1. Come da Copione


    Data: 17/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Vanj B., Fonte: EroticiRacconti

    ... frequentare delle lezioni extra per recuperare. Se volevo, era disponibile il pomeriggio tre giorni la settimana dietro un certo compenso. Ho accettato e ho cominciato ad andare a casa sua. Le lezioni erano uguali alle altre, pallose, che non vedevo l’ora di andarmene da lì, lei era seria e parlava solo di Filosofia, lavorava insomma. Hai visto suo marito?. No, mai visto, quando andavo lì era sempre sola. Tutta la storia comunque, ebbe inizio il giorno dell’incidente. Stavo venendo a casa tua, quando ho visto della gente asserragliata, poi ho visto quell’auto sfasciata finita sotto al camion e il mio primo pensiero è stato: mi sa che quello non c’è l’ha fatta. Incuriosito ho fermato la macchina e mi sono avvicinato. Quando l’ho vista lì, seduta per terra tutta avvinghiata con le mani appoggiate sulla tempia e la testa abbassata non l’ho riconosciuta. Diversi poliziotti le giravano intorno facendole delle domande. La mia sorpresa non fu tanto l’incidente ma, vederla seduta così sul marciapiedi. Prof.., ma che è successo? che ha combinato?, le dico avvicinandomi. Lei alza la testa per guardarmi ma non risponde ne dice nulla, si notava chiaramente che era confusa e spaventata. Un poliziotto s’avvicina per allontanarmi. La conosce?, mi chiede. Si, rispondo. Sembra che non si sia fatta nulla dice, guardi un po’ che incidente che ha causato..!!!, e non vuole neanche che si chiami l’ambulanza, comunque è in evidente stato di shock. Mentre lui allontana le persone io mi avvicino di ...
    ... nuovo e dico: mi scusi prof. Sta bene?, se vuole la posso aiutare. Lei alza la testa e mi fissa per un po’ senza dire nulla, poi dice: portami a casa. L’aiuto ad alzarsi e, tenendola sotto braccio, la faccio salire in auto. L’unica cosa che riesco a dire durante il tragitto è: tutto bene?, sicura di non voler andare al pronto soccorso?, ma lei fa un cenno con la testa. Ho dovuto aprire io le porte di casa perché le tremavano le mani che non riusciva neanche ad infilare le chiavi. Entriamo e l’aiuto a sedersi sul divano: vado a prenderle un bicchier d’acqua, dico andando verso la cucina, poi sento come un tonfo. La trovo sdraiata a terra svenuta. Nel scivolare giù dal divano il vestito s’è accartocciato lasciandole completamente scoperte le gambe fino in cima. Forse era la posizione in cui si trovò, ma quelle erano le più belle gambe che avessi mai visto e, per un lungo istante, rimasi lì fermo ad ammirarle senza pensare ad altro. Dopo una breve riflessione su cosa fare, le butto sulla faccia l’acqua che avevo nel bicchiere. Che è successo?, mi chiede mentre l’aiuto ad alzarsi. E’ svenuta ed è scivolata sul pavimento, rispondo. Che giornata, dice, di quelle da ricordare. Da dimenticare vorrà dire, ma come ha fatto a non vedere quel camion?. Camion?, ah il camion, quello non l’avrei visto neanche se era grosso il doppio, dice con un espressione un po’ più serena, ero talmente incavolata; poi mi guarda e dice: oggi mi sono separata da mio marito e quel bas… e m’ha lasciata con un ...
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