Rapporti condominiali -4
Data: 21/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... del tutto pantaloni e mutande, e tornò a sedersi accanto a me, ancora più vicino di prima, con l’uccello duro e proteso che strinse nella destra e cominciò lentamente a segare.
Io ero del tutto basito e rimasi a guardarlo, mentre senza rendermene conto aspiravo a piene narici l’aroma inconfondibile di quel cazzo maturo.
“E tu non ti spogli?”, mi chiese lui vedendo che non mi ero mosso.
Allora, mi tolsi pure io pantaloni e mutande e, tornato a sedermi accanto a lui, presi a lisciarmi il nerchio, fingendo di guardare il film, ma in realtà con la mente del tutto obnubilata. Sentivo sul fianco il contatto rovente della sua pelle!
Ad un tratto, mi accorsi che Andrea si era fermato; mi girai a guardarlo: mi stava fissando con uno sguardo intento. Poi lasciò il suo cazzo e allungò la destra verso il mio:
“Posso toccarlo?”, mi chiese con un filo di voce.
“Certo”, feci io, non meno emozionato di lui, e tolsi la mano con cui lo tenevo.
L’uccello mi ricadde di traverso sulla pancia. Andrea mi sfiorò timidamente lo scroto con la punta delle dita, quindi risalì a sfiorarmi il gambo carnoso, lentamente, fino in cima, e inaspettatamente lo impugnò a tutta mano, tenendolo diritto.
“Che strano!”, mormorò.
”Sì, fa sempre questo effetto, quando lo tocchi per la prima volta.”, dissi piano.
Andrea non rispose. Sempre impugnandolo saldamente, mi fece scivolare giù la pelle, esponendo per intero il glande, poi la risollevò, ricoprendomelo e bagnandosi le dita con il ...
... mio spurgo copioso. Ripeté l’operazione alcune volte, con foga, facendomi quasi male, mentre un sorriso divertito gli si formava sulle labbra.
Infine, mi passò il braccio sinistro sopra le spalle, attirandomi a sé, e cominciò a muovere piano la mano su e giù. Gesù, mi stava facendo una sega! Mi abbandonai sullo schienale del divano e lasciai che continuasse. E lui continuò, come a voler sperimentare qualcosa di nuovo. Finché sentii che stava per succedere: allora cercai di fermarlo.
“Mi fai venire…”, mormorai.
Ma lui non si fermò.
“Voglio vedere...”, disse.
E pochi istanti dopo, vide! L’orgasmo mi colse con una violenza mai provata: con un gemito, quasi mi accartocciai su me stesso, mentre il cazzo mi si scatenava nella stretta di Andrea, eiettando ad ogni scatto un getto di siero biancastro, che lui mi diresse sul petto e sulla pancia, inzuppandomi fradicia la maglietta.
“Ti ho fatto venire!”, esclamò lui con un sorriso di incredulità.
“Sì”, ansimai io, poggiando la mano sulla sua bagnata, che ancora mi stringeva l’uccello.
Faceva tenerezza. Con un piede, raccolsi le mie mutande e gli pulii la mano, tamponandomi poi alla meglio la maglietta bagnata. Quindi mi girai verso di lui gli rivolsi un sorriso radioso. Allora Andrea mi prese la mano e se la portò all’inguine.
“Fammelo pure tu, vuoi?”, mi chiese timidamente.
“Non preferisci che te lo succhio?”
“No, fammi una sega… come ho fatto a te.”
Così, cambiai di posto, sedendomi alla sua destra ...