1. zio giacomo - prima parte


    Data: 22/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar

    Mio zio Giacomo, fratello minore di mia madre, bello, ancora giovane, atletico e poco intelligente non aveva mai voluto saperne di studiare e da anni faceva l’operaio in una nota fabbrica meccanica di Bari e per questo, a volte, tra un turno e l’altro veniva a dormire da noi per non rientrare a casa sua, più distante. Secondo me, in verità, gli stava pure un po' sulle palle la moglie.
    
    Forte di un sicuro pubblico di consumatori, aveva cominciato a fare incetta di spinelli per poi rivenderli in fabbrica, maggiorati di prezzo. La sua intraprendenza aveva suscitato l’ira del capo che l’aveva sospeso per qualche giorno con una scusa del cavolo. Forse anche per questo suo modo di fare sin da quando ero piccolo era diventato il mio idolo, facendomi scoprire la prima sigaretta e le riviste e i film porno.
    
    Adorato da tutte le mie compagne di scuola - probabilmente un paio se le era pure passate - da ragazzino l’avevo spiato spesso mentre in bagno, fumando, si faceva delle gran seghe con le riviste porno. Aveva proprio un bel cetriolo curvo verso la sua sinistra in mezzo alle gambe.
    
    Da un po' era arrivata nella sua vita un'infermiera di origine friulana con cui cornificava mia zia.
    
    Aveva iniziato a vedersi anche a casa nostra con la tipa. Io mi rifugiavo in cucina e loro si divertivano nella mia camera. Li avevo sentiti godere più volte. La mia umiliazione era stata grande, ma anche una certa eccitazione mi era salita, tanto che avevo dovuto masturbarmi immaginando quel ...
    ... porco di mio zio che spingeva il suo cazzone in quella stronza e che sborrava sulle mie lenzuola. Ogni volta che la tipa andava via, quello mi faceva battutine molto esplicite, tipo: “Cazzo come scopa! Dai fazzolettini che usi quando viene, mi sembra che ti diverti pure tu, no?”
    
    Un giorno l’avevo sentito anche parlare al telefono con un uomo al quale certamente aveva raccontato tutto e anche delle continue pressioni affinché la mollasse da parte di mia madre, ma evidentemente sembrava non volesse fare sul serio: “Lo so che non è male e poi tra seghe e pompini e ingoio…Ma io non posso..E dai, che cazzo dici? Non posso! Sì, è un bel troione…Provaci tu, no? Ma no. Che cazzo vuoi che mi freghi? Siamo amici o no?”
    
    Avevo deciso di lasciar perdere, perché l’idea di avere certe pulsioni su mio zio mi spaventava. Lui, pensai, mai avrebbe osato tanto nei miei confronti.
    
    Una mattina si presentarono un paio di suoi colleghi, due fratelli siciliani che abitavano nel nostro stesso condominio. Erano stati sempre eleganti nei modi e si erano mostrati gentili quando erano stati invitati a cena dai miei.
    
    Zio Giacomo ancora dormiva e i due mi dissero di non sapere che i miei genitori fossero fuori per Pasqua e che avevano portato dei dolci per il loro compagno di lavoro, visto che era ancora sospeso. Il primo, Carmelo, puntualizzò, dicendo che aveva portato dei dolci tipici della provincia di Messina: “A San Fratello li chiamiamo Pumpini”. Quindi, dopo avermi garantito che non si ...
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