zio giacomo - prima parte
Data: 22/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar
... per qualche minuto poi cedetti alla voglia del doppio pompino. Iniziai accarezzandoli, quindi mi calai, imboccandoli a turno e contemporaneamente. I due se ne stavano fermi, con le mani dietro la schiena, duri come un marmo, ma caldissimi e senza alcun cedimento.
Mi sfilai anche io velocemente i pantaloncini e subito iniziai a masturbarmi, ma ero così carico che capitolai dopo pochi minuti. I due stronzi risero di me poi, con uno sguardo decisero di infilarsi di nuovo i pantaloni della tuta da lavoro. Giacché ero venuto, per quella volta rinunciavano a farmi il culo, ma volevano un “pompino con cerniera”. Di solito lo chiedevano alle puttane quando uscivano dal lavoro, ma qual giorno avrebbero fatto un’eccezione facendoselo fare da un frocio prima di cominciare il loro turno. Di solito la puttana si sistemava in auto con il primo, con quello a cazzo sempre duro, cioè mio zio, mentre loro restavano all’esterno a dire cazzate o a parlare di figa in attesa che toccasse a loro. Anche la mancanza di mio zio sarebbe stata un’eccezione per quel giorno.
Mi scoparono a turno in gola, senza tregua. Mi ordinarono di succhiare per bene tutta la sborra, perché non potevano di certo farsi ripulire dalle mogli i pantaloni sporchi di sperma. Intanto mentre uno infilava, l’altro si masturbava sbattendomi il cazzo sul viso. Poi si ...
... alternavano. Gaetano fu il primo a inondare il mio viso con uno schizzo caldo e fluido, mentre il fratello con un’altra sequenza di pompate mi sborrò abbondantemente in bocca.
Alla fine mi lasciarono ricolmo, andando via semplicemente dicendo uno all’altro - “Veramente figghiu di sucaminchia è!” - mentre io ancora mi mordevo le labbra dal piacere.
Mi ripulii. Zio per fortuna era ancora a letto. Gli era sempre piaciuto crogiolarsi sino a tardi.
Gli portai, come sempre, il caffè. Poggiai la tazzina sul comodino e mi fermai qualche secondo. Si tolse da dosso la coperta. Era nudo. Sdraiato sul letto, mostrò sicuro la sua massiccia erezione tra le cosce nervose, lunghe e irsute. Si sfiorò, si fermò, allontanò la mano, lo fece muovere da solo con leggere contrazioni. La posizione a gambe divaricate metteva in mostra i suoi grossi testicoli e il suo bel culo, bruno e vellutato, dalla pelle fine e tesa. Le natiche erano divise da una lunga e netta fessura bruna e pelosa e si vedeva anche l’ano, tondo e pulsante. Evidentemente si sentiva più a suo agio nudo che vestito. Sapeva di piacere così.
I miei occhi si mossero rapidi tra quel palo di carne e il volto di mio zio accerchiato alla base da collanine fatte per lo più di legnetti colorati. Si afferrò il cazzo e se lo scapocchiò: “Noi dobbiamo parlare, mi sa.”
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