1. zio giacomo - prima parte


    Data: 22/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar

    ... trattava di una beffa, strusciandosi su di me e mettendomene uno in bocca, mi sussurrò: “Mangia! Mangia! Che sono come il culo. Di maschio o di femmina, nun stuffa mai.” Mi scostai da lui. Mi sentii imbarazzato, soprattutto quando Carmelo si riaccostò a me, sbaciucchiandomi sul collo con la scioltezza di uno scimmione e strusciandosi sul mio culo con il suo cazzo che premeva nei jeans: “Mamma, Ciccu mi tocca! Toccami Ciccu! Chi a mamma un c'è!”
    
    Gaetano fu più diretto: “Non ci scassari a minchia, che dobbiamo andare a lavorare. Tanto lo sai che vogliamo, no? Quello che le brave figghje fanno per restare vergini. E che mica siamo i primi. Ricchiuni, mezzo paese ti sei fatto già.”
    
    E intanto guardava, toccandoselo da sopra i pantaloni: “E giusto con noi vuoi fare la ritrosa?”
    
    - “C’è zio di là, che dorme!” - obiettai, senza neppure tentare di smentire la mia eccitazione.
    
    - “Allora è megghiu ca ti stai mutu, così lo lasciamo dormire.”
    
    - "Sì, meglio è. Tanto a bocca piena devi stare! Più silenzio di così?!”
    
    Carmelo cominciò a palpeggiarmi, mi passò le mani attorno alla vita, mi afferrò il petto sotto la maglietta del pigiama, fino a far scivolare una mano ad accarezzarmi il sesso, sentendone l’estremità bagnata. Cominciò succhiarmi e mordicchiarmi i capezzoli eretti, mentre io facevo procedere la mano sulla sua patta rigonfia.
    
    Gaetano mi carezzò il volto, infilandomi due dita in bocca. Pochi minuti dopo ero già girato su un fianco, pronto a offrirmi del ...
    ... tutto.
    
    Gaetano si tirò fuori il cazzo, segandoselo dolcemente e lasciando che si liberasse il suo odore maschio. Carmelo, intanto, con la punta delle dita cominciò ad accarezzarmi il bordo dell’orifizio. Mentre i suoi capelli mossi e la barbetta mi solleticavano gradevolmente le cosce, iniziò a spingere con la lingua e, in contemporanea, insinuò un polpastrello, dando inizio a un movimento rotatorio. Il mio pertugio, ormai, era decisamente aperto e morbido. Continuò per un bel po’ a muovere a tratti la lingua tra le mie chiappe e sullo scroto. Successivamente, inserì prima due dita, poi subito un terzo, riprendendo a ruotare e spingendo a fondo. A me piaceva quel suo fare, e glielo comunicai tramite mugolii di piacere.
    
    Carmelo mollò la presa e si posizionò a cazzo fuori, accanto al fratello Gaetano: “Comincia a sucare!”
    
    Cercando di dimenticare il sudore che gli colava dalle ascelle e che gli inumidiva l’incarnato, io li fissai con desiderio mentre se ne stavano lì, con le patte sbottonate e le facce da teppisti convertiti.
    
    Carmelo si spogliò velocemente degli abiti. Indossava bianche mutande, talmente corte e slargate intorno alle cosce da lasciar vedere parte dei testicoli e della foltissima peluria inguinale. I capelli erano stati rasati grossolanamente e così anche la barba; le braccia erano ornate da piccoli tatuaggi e al collo gli pendevano pesanti collane che sprofondavano nella villosità del petto. Gaetano, invece, rimase vestito e a cazzo fuori.
    
    Li masturbai ...