1. InferNola


    Data: 22/09/2018, Categorie: pulp, Autore: renart

    ... illividirle, e schiaffeggiandole sonoramente, imprimendo l’orma della mano su quella superficie gonfia e butterata. Monica, a sua volta, non resiste ancora per molto, e si accascia gemendo sul corpo di Fabiana, sfiatando in un sibilo acuto e prolungato il feroce sonoro del suo orgasmo. Vito tira fuori dalla passera in fiamme il cazzo ancora duro e vibrante, dalla cappella turgida e violacea. Con lo sguardo fiammeggiante da satiro e traboccante cupidigia fissa Fabiana, che occhieggia come una gatta in calore, allargando le lunghe gambe e mostrandogli il sesso, dalle labbra cremisi dischiuse e dardeggianti. “Veniamo a noi adesso”, rantola pieno di voglia. “Mettimelo dentro che aspetti, porcoschifoso”, le fa di rimando lei, agganciando lo sguardo del maschio con occhi maliardi, come a sfidarlo. Vito, con un ghigno folle che gli deturpa il volto già sconvolto, si afferra l’enorme arnese e lo direziona verso la fica spalancata e palpitante della ragazza, strusciandole il clitoride con la cappella. Qualche secondo di quello sfregamento e lei viene come fiume in piena, e sembra disperata e implorante quando il membro erculeo la penetra improvvisamente fino alla matrice. Allora, pazza di eccitazione e di voluttà, dà un morso all’orecchio di Vito, così forte che le rimane un pezzo di lobo fra i denti. Lo inghiotte, gridando con tutta la forza che le resta ed agitando il sedere in modo compulsivo, impalandolo sul medio che prontamente l’uomo le ha infilato nell’ano grinzoso e scuro, ...
    ... fino all’attaccatura con la mano. La ferita, da cui fuoriesce sangue a fiotti, pare eccitare ancor più Vito, perché i suoi movimenti si accelerano, e non lascia andare la bella Fabiana che dopo averle svuotato dentro tutta la broda che ha nei visceri, mentre lei sgrana come un rosario un orgasmo dietro l’altro. 3. Diverse ore dopo, una volta dato fondo alle riserve di liquidi disponibili, le ragazze, malconce ma soddisfatte in ogni orifizio, strafatte di droga e di sesso, lasciano la mansarda in via San Massimo. Dal canto suo, Vito trova la forza di trascinarsi sotto la doccia e medicarsi alla buona l’orecchio e lo scroto morsicati. Quando infine scende di casa e si avvia verso la Panda bianca parcheggiata qualche metro avanti il portone del palazzo, svuotato e ciondolante come uno zombie, Vito Capece ignora che, mentre si ripuliva, Totonno detto ‘a Malaforbice è riuscito finalmente a trovare Fabiana, la sua donna, dopo aver rivoltato Nola come un gambaletto sporco, e a suon di schiaffi, pugni, calci e uno stupro a tutti gli effetti, con tanto di sodomizzazione col collo di una bottiglia di Vinchio-Vaglio che accompagna la penetrazione violenta, carica di odio e di insulti a lei e alla Madonna, consumata sotto gli occhi libidinosi (e speranzosi di un invito al baccanale, alla fine negatogli dal capo) dei suoi sgherri, è riuscito a tirarle fuori, tra conati di sangue misti a saliva e vomito, il resoconto dettagliato del suo pomeriggio fedifrago. All’oscuro di tutto questo, Vito ...
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