Il nonno che tutte vorrebbero
Data: 24/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Miriana, Fonte: EroticiRacconti
... già mi pareva di conoscerlo da sempre. Era di una dolcezza accattivante. Ogni frase o parola usciva dalle sue labbra avvolta da un’armonia eterea, senza nessuna cadenza dialettale, estremamente piacevole da ascoltare. “ Beh, ora vado a finire il mio allenamento. Arrivederci, signor? ” --- “ Ettore C……le ” aggiunse anche il cognome, spontaneamente. “ Ci vediamo, Ettore … ” lo salutai mentre riprendevo a correre. In seguito, lo avevo rivisto seduto sulla panca in cui c’eravamo conosciuti, ma, a parte un breve saluto, non avevamo avuto modo di conoscerci meglio, probabilmente perché ero io a non accettare di dilungarmi. Quell’uomo , mi metteva in grande soggezione, nonostante la sua innata simpatia. Un mattino, ero andata dal macellaio a comprare delle fettine da cucinare con un filo d’olio, adatte alla dieta che facevo in quel momento, ma nel momento in cui stavo per uscire dal negozio, un violentissimo acquazzone mi impedì di ritornare a casa, anche se dal negozio all’entrata del mio caseggiato, c’erano soltanto un centinaio di metri. Proprio in quel momento, era entrato Ettore, con un grosso ombrello di colore rosso, che aveva appoggiato frettolosamente nella grande anfora in rame che faceva da porta ombrelli. “ Che tempaccio …! ” esclamò, rivolgendosi a me, senza badare minimamente al macellaio, che seguitava a chiedergli cosa gli servisse. “ Nulla ...! Sono entrato esclusivamente perché diluvia, e lo stravento mi stava portando via l’ombrello ” rispose, l’arzillo ...
... vecchietto, strizzandomi l’occhio. Mi venne da sorridere, ma mi trattenni per non offendere il migliore taglia carne del circondario. “ La spesa da lei, l’ha già fatta ieri mia moglie. Un kg di bollito, ricorda? ” “ Certo. Ma non sapevo che quella signora fosse sua moglie. Mi perdoni ” rispose il macellaio. Dopo un buon venti minuti, la pioggia era calata d’intensità ma sembrava che non volesse affatto smettere. “ Se la pioggia continua, signorina, rischiamo di passare qui tutta la mattina. Io direi, visto che viene giù un po’ meno, di avventurarci, prima che riprenda forte come prima. Il mio ombrello è molto ampio. Se vuole io l’accompagno fino al portone di casa … ” mi propose Ettore, dopo aver recuperato l’ombrello ed avermi porto il braccio destro, che inforcai subito senza ripensamenti. Non mi andava di rimanere lì per tutta la mattina. Mentre camminavamo spediti per raggiungere il più presto possibile l’androne di casa mia, le gocce di pioggia erano aumentate d’intensità, tanto da rendere impossibile ad Ettore di tornare in dietro. Lei vada pure. Io aspetto qui, nell’androne, che si attenui un poco, poi me ne torno a casa ” disse Ettore, vedendo che la pelle delle mie braccia si era accapponata per il freddo. “ Senta …, venga su anche lei, le offro un caffè, in attesa che si calmi un tantino, questo tempaccio. “ Grazie,vengo, ma non si disturbi per il caffè. Ne prendo uno soltanto al mattino quando mi alzo. Più tardi, mi fa male … ” si scusò. “Se vuole ho anche altro da offrirle, ...