Il ricatto del mio vicino ( 2° parte )
Data: 01/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Nathan70
La risposta non tardò ad arrivare:
“ Stasera dopo cena, verrò a casa vostra con una scusa così capirai chi sono. Tieni il cellulare sempre con te e metti la vibrazione perché riceverai altre istruzioni durante la mia permanenza. Mi raccomando preparati bene perché ti voglio figa”.
Rimasi esterrefatta, lo avrei avuto in casa mia e per giunta con Federico presente, ma chi poteva essere ? Un vecchio amico, un parente, un vicino, ma mentre questi pensieri si alternavano nella mia mente mi accorsi che ormai si era fatto tardi, dovevo farmi la doccia e preparare la cena. Andai in bagno e mentre mi spogliavo lentamente mi guardavo allo specchio, pensavo tra me e me : sono proprio una bella donna i miei 26 anni mi aiutano ma la base c’è, i capelli biondo scuro sono una garanzia, occhi grandi marroni da cerbiatta, due belle gambe proporzionate all’altezza ( 1.53 ), il mio tallone di Achille, rimasi a guardarmi diversi minuti mentre ero in reggiseno e mutandine, avrei fatto la felicità di qualsiasi uomo eterosessuale . Liberai le tette dalla morsa del reggiseno i capezzoli erano dritti un po’ per il freddo un po’ per l’eccitazione che ancora mi pervadeva, mi massaggiai i seni, erano duri come il marmo anche perché da poco mi era passato il ciclo. Sfilai le mutandine e vidi che erano letteralmente intrise dei miei umori, istintivamente portai la mia mano tra le gambe e ebbi la riprova che la mia figa era un lago, il clitoride un chiodino rosso che pulsava per l’eccitazione, se ...
... avessi continuato a stimolarlo in pochi secondi avrei avuto un orgasmo devastante, per cui decisi farmi una bella doccia rilassante in attesa della serata che mi attendeva. Avevo lasciato i capelli mezzi bagnati così mi stavano meglio, per non dare nell’occhio indossai la solita tuta e preparai la cena. Federico arrivò puntuale e verso le otto ci sedemmo a tavola per mangiare, parlammo del più e del meno, ma mentre lo ascoltavo non facevo altro che pensare all’ospite che da li a poco sarebbe arrivato, e questo non faceva altro che accrescere una strana eccitazione in me, ero di nuova bagnata tra le gambe.
Alle nove suonò il campanello, Federico mi guardò interrogativo visto che non aspettavamo nessuno io stetti al gioco e gli feci cenno di andare ad aprire mentre io rimasi in cucina trepidante di conoscere chi sarebbe stato il mio aguzzino. Sentii parlottare sulla porta poi la fatidica frase “ ma si accomodi non stia sulla porta “ sentii Federico che mi chiamava, avevo il cuore che mi batteva fortissimo lo raggiunsi in salone e mi sentii dire “ Francesca guarda chi ci è venuto a trovare il nostro caro vicino Franco “. Avrei voluto sprofondare, l’ultima persona al mondo che avrei voluto vedere era venuto in casa mia con chissà quale piano per la testa, mi fissò con uno sguardo di sfida poi mi tese la mano per salutarmi. Federico ruppe il silenzio dicendomi che Franco era venuto per chiedergli alcuni consigli su alcune operazioni finanziarie che la sua banca gli aveva proposto, ...