Dopo la discoteca - 1
Data: 01/10/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
Tutto ebbe inizio in discoteca. Avevo 17 anni e avevo appena litigato con la mia ragazza, Angela. Il drink che le stavo servendo mi scivolò accidentalmente, sporcando i miei vestiti e i suoi: per punizione decise di non parlarmi per il resto della serata. Era l’ennesimo sciocco episodio che suonava come un pericoloso segnale d’allarme che mi ostinavo a sottovalutare: qualcosa tra noi si stava guastando…
Senza dare troppo peso all’accaduto, andai in bagno a darmi una ripulita. C'era qualcun altro; un mio coetaneo di nome Daniele. Lo conoscevo di vista perché Angela e Cate(rina), la sua ragazza, sono amiche. Io e lui avevamo scambiato quattro chiacchiere, incrociandoci a qualche festa o nei locali ma niente di più.
Era quello che si poteva tranquillamente definire un bel ragazzo: carnagione chiara (quasi diafana), capelli neri e piuttosto corti, occhi chiari (che naturalmente facevano strage di cuori nell’universo femminile), mascella dura e squadrata, sorriso dolce, fisico tonico e massiccio (se non ricordo male faceva parte di una squadra di rugby o qualcosa del genere), efficiente, simpatico e cordiale nella sua risolutezza. Era intento a pisciare e credo non si avvide del mio arrivo se non quando alzò la testa e fissò lo specchio:
"Ciao Richy" mi disse allegro.
Risposi al saluto.
"Cazzo, che macchia enorme! Ma dovrei avere qualcosa che ti può essere d’aiuto! – e si mise a rovistare nello zaino - Oh eccolo!” ed, efficiente come da copione, estrasse uno ...
... smacchiatore.
Ne spruzzò un po’ sulla mia maglietta. Osservai per un istante l’alone bianco che si formava, spostando poi fulmineamente lo sguardo in direzione della sua patta: intravidi la sagoma del suo cazzo attraverso i jeans. Lo fissai per qualche secondo inebetito.
"Tutto a posto?" domandò preoccupato.
Al suono delle sue parole, rinvenni: "Oh, sì… Sì! Non è niente" mi schermii.
“Ok” e avvicinò le mani al lavandino per lavarsele. Inavvertitamente feci la stessa cosa. Le mani si sfiorarono; poi, con un gesto repentino, afferrò la mia, senza guardarmi. Io non mi ritrasssi. Fu allora che ci guardammo l'un l'altro. Con occhi diversi dalle altre decine di volte che lo facemmo. Stavamo pensando la stessa cosa. Ci sporgemmo in avanti per avvicinare le nostre labbra. Si toccarono delicatamente. Respirammo ognuno il respiro dell’altro. I nostri occhi s’incrociarono; ci fissammo intensamente. Infine lasciammo che le nostre bocche dicessero ciò che dovevano e ci baciammo. Un bacio a stampo…
Ci ritraemmo immediatamente, osservando i reciproci sguardi di sorpresa ed incredulità: io non sapevo spiegarmi il motivo di quel gesto repentino e nemmeno lui.
Probabilmente entrambi provavamo un’istintiva attrazione reciproca. Con più coraggio ci baciammo di nuovo. Questa volta abbracciandoci e lasciando che le nostre lingue si riunissero per avvolgersi reciprocamente e coccolarsi. Chiusi gli occhi per assaporare quelle strane sensazioni che pure mi parevano più familiari di quelle ...