1. Renée


    Data: 04/10/2018, Categorie: Etero Autore: mudcrawler6

    Macchina, notte, strade deserte, a meno di cento metri dal semaforo e il bastardo diventa giallo.
    
    In quei pochi secondi realizzo che ho una scelta: posso frenare e lasciare che diventi rosso un secondo dopo che le ruote si sono fermate, oppure premere sull’acceleratore e saltare la pausa rischiando di prendere il rosso. È la scelta tra fare il bravo e avere un momento di ‘cattiveria’ assolutamente gratuito, senza grosse conseguenze ma neanche grossi vantaggi, praticamente una cazzata per il gusto di farla. Vedo una macchina spuntare dietro di me dandomi la scusa perfetta: ora è tardi per frenare. Schiaccio sul pedale e passo proprio mentre la luce diventa rossa, arrivo dall’altra parte dell’incrocio, si accendono due luci blu e un poliziotto mi fa segno di fermarmi. Bravo coglione, vai in giro a bruciare i semafori.
    
    Multa, ramanzina e il solito vomitevole paternalismo, stavolta hanno ragione loro e non posso dire un cazzo. Quando finalmente mi lasciano andare ho bisogno di un attimo per sbollire, faccio qualche metro e parcheggio di fronte ad un locale in circonvallazione; mi accorgo scendendo che la macchina parcheggiata di fianco a me è quella che mi ha “dato la scusa” per bruciare il semaforo, una piccola Nissan rossa.
    
    Entro, il locale è mezzo vuoto, ormai è quasi mezzanotte ed è un martedì di luglio, la gente è a letto o in vacanza. Un piano trio in un angolo sta suonando “Solar” di Miles nella maniera più scontata, banale e insignificante possibile, forse ...
    ... pensano di essere il trio di Bill Evans ma suonano più come dei ragazzini imbranati. Poco male, mi siedo al banco e non li considero, passo in rassegna le bottiglie dietro al bancone ed ordino un Oban 14 anni, almeno se mi fermano di nuovo mi fanno una ramanzina diversa.
    
    “Un intenditore” dice una voce alla mia sinistra.
    
    -O un rompicoglioni- rispondo ancora prima di girarmi.
    
    Sento una risata, giro la testa e vedo una ragazza più o meno della mia età (quindi sì, è una ragazza, una giovincella, se non vi va bene abbiamo un problema), biondo cenere coi capelli raccolti in una coda, carina ma non sopra le righe, poco trucco e i segni di una giornata pesante.
    
    “Se tutti i rompicoglioni se ne stessero in un angolo a sorseggiare whisky vivremmo in un mondo migliore forse.”
    
    -Forse. Oppure saremmo tutti sbronzi dalla mattina alla sera.
    
    “È un’altra possibilità, non è detto che sia male.”
    
    -Il mio fegato potrebbe avere qualcosa da dire.
    
    Si chiama Renée, mentre attorno a noi il ‘parla parla’ si affievolisce sempre più scambiamo poche parole che ci fanno inquadrare a vicenda.
    
    “Cosa fai nella vita?”
    
    -Fallisco.
    
    “E ti riesce bene?”
    
    -Perfettamente. Tu?
    
    “Regredisco.”
    
    -E ti riesce bene?
    
    “Il prossimo giro me lo faccio servire in un biberon.”
    
    La serata è già selvaggia e sbandata, ho pochi freni.
    
    -Serve qualcuno che rimbocchi le coperte?
    
    “Forse. Fumi?”
    
    -Tabacco ho smesso.
    
    “Hai alternative?”
    
    -Sempre.
    
    “Tavolino fuori?”
    
    E che tavolino fuori ...
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