Convocazione “ufficiale”
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Quel_bravo_ragazzo, Fonte: Annunci69
Filippo non si capacitava di come si fosse potuto arrivare a tanto. E’ vero, erano stati beccati a far l’amore sulla poltrona in pelle della preside, ma addirittura arrivare a risolvere la questione per vie legali gli sembrava davvero esagerato.
Tutto era successo un paio di giorni prima, appena prima della temutissima “terza prova” o “quizzone” come veniva chiamato in TV dai giornalisti. Ma c’era poco da scherzare: qui ci si giocava la promozione, mica poco!
E poi era stata Elena a stuzzicarlo. Si era presentata scollatissima nella saletta studio, vistosamente senza reggiseno e con una minigonna di jeans mezza strappata. Neanche il tempo di aprire il libro di grammatica greca che gli aveva sussurrato all’orecchio: “Non c’è niente nemmeno lì sotto, sai?” – ed indicò la striscia di jeans che le copriva appena le cosce. Da quel momento non aveva capito più nulla - avrebbe dovuto dirlo all’avvocato - e per mano si era lasciato condurre lungo il corridoio fino all’ingresso della presidenza. Era deserta, piacevolmente fresca (lì non si risparmiava certo l’aria condizionata come nelle aule degli studenti) e semibuia, insomma il luogo ideale per una scopatina veloce. Si erano baciati con passione, lingua contro lingua, e in men che non si dica Elena si era spogliata, non che ci volesse poi molto, mostrando lo splendore del suo corpo da diciottenne. Gli si strusciava dappertutto, emettendo gridolini maliziosi, intanto che gli abbassava i pantaloni e le mutandine. ...
... Completamente nudo lo fece sedere sulla poltrona della preside, gli infilò sapientemente il preservativo e gli montò sopra, contorcendosi e cavalcandolo con impeto. Quanto era bella Elena con i capelli biondi fin sotto le spalle e la bocca distorta negli spasmi di piacere!! Bella come una dea greca, forse come la stessa Afrodite, irraggiungibile e peccaminosa, di cui aveva tanto sentito parlare nei cinque anni di liceo.
Fu questo che vide Rosaria, la corpulenta bidella tuttofare, mentre entrò nella stanza con il mocio in mano. Da lì all’orecchio della preside, una donna secca e piatta come una tavola da surf, mai sposata (forse ancora vergine?) il passò fu breve, e la sospensione per entrambi immediata.
Anche la madre di Elena, brillante avvocatessa, ci aveva però messo del suo: gli aveva telefonato il pomeriggio stesso e con la sua voce autoritaria gli aveva intimato di presentarsi la mattina seguente alle 11.30 in punto nel suo studio nel cuore di Milano, senza però dire nulla ai suoi genitori perchè una questione così andava prima discussa tra loro.
La notte fu insonne ed il mattino successivo uscì prima del previsto per recarsi all’importante appuntamento. Jeans di quelli buoni che piacciono alle mamme, polo Ralph Lauren monocroma celeste e un paio delle intramontabili “All Star” rosse con stringhe bianche. Si sentiva figo.
Uscì dalla metropolitana alla fermata Palestro, camminò brevemente lungo le cancellate dei Giardini pubblici Indro Montanelli e si diresse verso Via ...