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La giapponesina iii
Data: 11/10/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987
“Brava la mia zoccoletta!! Adesso puliscilo per bene” lei eseguì docilmente nonostante continuasse a scuotersi in un orgasmo che doveva essere stato notevole, e ancora non le avevo nemmeno sfiorato la passerina!!! Finita la pulizia con il cazzo che era rimasto duro esattamente come prima, lo tolsi a malincuore da quella bocca di velluto e allontanandomi un po’ le dissi” “Spogliati del tutto e fammi vedere come sei fatta” Lei venne fuori dal bancone e si alzò in piedi lasciando cadere il vestito che già le avevo allargato per tirare fuori le tette e, guardandomi con uno sguardo indecifrabile, si tolse anche le mutandine. Le mollette erano ancora sui capezzoli e danzavano ad ogni suo movimento. Quando decisi di toglierle (solo perchè sciupavano la visuale) lei emise un flebile lamento, probabilmente dovuto al ritorno di sangue sui capezzoli che ormai si erano addormentati e che le fece sentire di nuovo il dolore. Quello che vidi fu un manga: credevo che forme così perfette e esagerate esistessero solo nei cartoni animati. Le tette erano enormi rispetto al corpicino esile ed i capezzoli puntavano verso l’alto impertinenti. La vita strettissima con il ventre piatto terminava con dei fianchi invece ampi e dolcemente arrotondati con il cespuglietto di peli (lisci) sulla passera che sembrava disegnato a mano. La pelle era perfetta bianca come il latte e liscia come la seta. Quando poi, su mio invito gestuale, si girò e vidi quel culetto a ...
... mandolino sporgente in maniera quasi ridicola, capii che avevo una bambola vivente a mia disposizione neanche avessi strofinato la lampada di Aladino. Il mio cervello per fortuna ebbe un barlume di lucidità e mi resi conto di correre un rischio pazzesco: se fosse entrato qualcuno in quel momento? Allora la presi per mano e la portai in magazzino nuda solo con i sandalini. “tra quanto torna tuo marito?” “mezzora al massimo” disse fissandomi ipnotizzata di nuovo il glande che era grosso come una pesca noce. “va via spesso?” “abbastanza, dopodomani sta fuori tutto il giorno…” “lo vuoi prendere?” Dissi ammiccando al mio batacchio che aveva ripreso a vibrare dall’eccitazione “….si….” “E’ grosso, lo sai che ti farà male?” “si….” “E lo vuoi lo stesso?” “……si…” La sollevai come un fuscello prendendola in braccio e la appoggiai al cappellone con le labbra della passerina che erano bagnate in una maniera impressionante e la lasciai lì abbarbicata costringendola a reggersi da sola con le braccia sulle mie spalle e le gambe che mi stringevano i fianchi in attesa del cedimento dei suoi muscoli. Lei invece, con il viso a un centimetro dal mio e i capezzoli che mi bucavano il petto, si lasciò andare di botto spalancando la bocca e rimanendo senza fiato come uno che casca nell’acqua gelida e si impalò quella fichina strettissima ma viscida di umori. Fu pazzesco!!! Il contatto con quel corpo di seta e la vulva stretta come una morsa che riusciva a ...