1. La giapponesina iii


    Data: 11/10/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987

    ... dall’uccello e mettermi i pantaloni di ricambio, consapevole del fatto che ero stato anche troppo fortunato, visto che nessun cliente si era affacciato durante tutto quel tempo.
    
    Però nonostante il barlume di lucidità ero ancora troppo arrapato e mentre lei, bellissima, ancora in ginocchio, mi guardava in una muta supplica di altre attenzioni di qualsiasi genere fossero, io presi il panchetto e lo portai dietro al bancone.
    
    “tuo marito ti starà aspettando, a te la scelta: puoi andare a casa oppure ti metti in ginocchio sul panchetto qui sotto e ti fai chiavare ancora………. io non ti obbligo a far nulla….”
    
    Era sicuramente molto preoccupata del fatto che il marito la cercasse ma un attimo dopo era in ginocchio sul panchetto in attesa spasmodica di sentire la mia nerchia slabbrarle di nuovo quella fichetta stretta.
    
    Anche se stavo impazzendo, me la presi comoda e andai in magazzino a cercare alcune cose che potevano essere interessanti.
    
    Avevo una serie di pomelli di ottone da mettere sulle testate del letto di varie misure con una base circolare che mi parevano perfetti allo scopo anche perché partivano dai 2 cm di diametro fino ad arrivare 5/6 cm.
    
    Tornai di la e li posi in fila sul bancone e poi poggiando la cappella sulle labbra appena dischiuse della sua passerina la penetrai con un colpo improvviso.
    
    Lei riuscì ad emettere solo un sospiro appena udibile ma ormai incominciavo a conoscerla era come un grido di piacere.
    
    Lo toglievo e giocavo su quelle labbra ...
    ... e entravo sempre all’improvviso e fino in fondo.
    
    “drriiin”
    
    Porca miseria!!! Era il marito…..
    
    “mi scusi, è mica passata Akemi, mia moglie?”
    
    La sentii fremere e ne approfittai per infilarglielo fino in fondo senza dare colpi stavolta per non farmi scoprire.
    
    “si si è venuta una mezzoretta fa….”
    
    (anzi è venuta parecchie volte……)
    
    Risposi mentre con nonchalance prendevo il pomellino più piccolo e lo infilavo nella fichina che avevo momentaneamente liberato, per bagnarlo in quel fiume di piacere che c’era li dentro.
    
    “Ah ok grazie…..vabbè, senta intanto prendo un po’ di viti, faccio da me…”
    
    “prego prego faccia pure e mentre lo dicevo toglievo il pomellino, infilavo di nuovo il cazzo e poi spisi il pomellino viscido di umori dentro il suo culetto.
    
    Il sospiro piuttosto rumoroso che le sfuggì (meno male il marito si era un po’ allontanato) mi fece capire che non era per niente abituata a quel tipo di penetrazione.
    
    Iniziai a toglierlo e a metterlo sentendo che faticava molto nonostante fosse lubrificato al massimo, anche perché la dilatazione data dal mio uccello davanti, rendeva il suo buchetto ancora più stretto.
    
    Aspettai che il marito venisse a pagare e, in un attimo di vera incoscienza dovuta allo stato parossistico in cui mi trovavo, rifeci lo stesso giochino con la misura successiva sui 3 cm circa: prima lo lubrificai davanti, poi le spinsi dentro l’uccello e mentre le pigiavo il pomello nel sedere, ebbi anche il coraggio di dire:
    
    “mi aveva ...