1. Azzurro, notte d'estate


    Data: 12/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: key-d, Fonte: RaccontiMilu

    Andavo sempre in quel bar con il mio ragazzo Luca. E questa volta che, come spesso accade, è in giro per lavoro, per una volta ci sono andata da sola. Non ne ero convinta ma passandoci davanti avevo visto dentro la ragazza del gestore, Cristina, che avevo già visto altre volte e così sono entrata, tanto per bere qualcosa e leggere il giornale. Ci salutammo calorosamente e anche Sandro, il proprietario del bar mi salutò e chiese di Luca. Rimasi lì al tavolino con Cristina a lungo, mentre il suo ragazzo era impegnato a servire i clienti. Parlavamo delle solite cose, della vita in città, di loro due che cercavano una casa, perché abitavano a un’ora di macchina dal bar e avrebbero voluto abitare in centro, in modo da essere più vicini al suo lavoro. Sono una bella coppia Cristina e Sandro. Lei è molto alta (2 centimetri più di lui dice orgogliosamente), sottile, atletica, dai lineamenti gentili, i capelli castani sottili lasciati liberi e ariosi sulla spalle; studia ancora, terzo anno di università e gioca a pallavolo a buon livello. Lui ha un fisico asciutto, fa palestra a casa ma non ha il fisico del body-building, è magro e anche lui castano, con i capelli appena un po’ lunghi e sottili. Il bar si vede che va molto bene, sfoggia una capottabile sportiva e – appunto cerca casa. Due ragazzi fortunati. Eppure, con il passare delle ore e dei bicchieri, 2 spritz aperol, poi un buon prosecco, approfondiamo il discorso e come spesso capita mi dice che dopo tre anni assieme subentra ...
    ... un po’ di routine, la passione non è più la stessa, anche a letto è un po’ sempre uguale. E anch’io non ero al massimo con il morale, con Luca via per lavoro i genitori in vacanza, io sola qua a preparare l’ultimo esame della sessione: l’estate in città come in “Azzurro” di Paolo Conte. Dopo questi discorsi amari lo sguardo di Cristina si è illuminato, come gli occhi di una diavoletta. Quasi parlando tra sé disse “e se stasera lo ubriachiamo e lo facciamo assieme?”. “Prego?!” risposi subito, avevo bevuto un po’ ma non poi tanto. “Sì. Combina tutto, oggi è sabato e quando restano i soliti clienti lui qualche bicchiere se lo fa, tanto domani è chiuso. Poi io gli dico che non può guidare fino a casa, tu hai la casa libera, veniamo da te, vedi che sembra fatto apposta?”. “E da me cosa?” indago. Ma ormai ero complice del piano anche se per imbarazzo non volevo darlo a vedere.Noi due non bevemmo altro, eravamo già allegre e invece lui verso l’una si fece un paio di cocktail strani con altri due rimasti al banco. Mentre spazzava il locale, coi i due nottambuli ancora lì, sbatteva la scopa contro le sedie e Cristina ne approfittò per dirgli “hai bevuto, eh, adesso come torniamo a casa!”. Toccò a me offrire l’ospitalità “ma sì, io ho la casa libera, fermatevi da me e tornate a casa domani più tranquilli”. Ancora non capivo come Cristina aveva intenzione di fare, una volta arrivati a casa mia, che era a due passi dal bar. Salimmo in silenzio, ma già in ascensore Crì si appoggio a lui e ...
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