1. La mia prima esperienza con una trav


    Data: 14/10/2018, Categorie: Trans Autore: Ficanale, Fonte: Annunci69

    ... accolto con titubanza, ma accettato, sempre mosso da quella morbosa curiosità, che fin da subito, lo avevano attratto verso di lei.
    
    Una volta sedutosi a un tavolo, situato in disparte in un angolo tranquillo, Andrea, ordinò un altro cosmopolitan, preferiva non mescolare troppo gli alcolici, anche se sapeva, essere ormai il terzo in meno di due ore! Lei ordinò, invece, un Martini “on the rocks” come dicono gli americani per alludere che vi sia aggiunto del ghiaccio.
    
    Si presentarono, lui le disse di essere Italiano appena giunto da Milano via Londra, e di chiamarsi “André”, sapeva ormai bene, che solo in Italia Andrea è un nome da uomo, lei gli disse di chiamarsi Natasha, le titubanze che Andrea aveva da subito avvertite, si palesarono squarciando ogni dubbio, quando lei gli spiegò di essere una transessuale e poi si affettò intimidita a chiedergli, se la cosa non gli desse fastidio. Rispose di no, che viveva a Milano ed era abituato a tutto, e che comunque come medico non nutriva alcun pregiudizio, verso nessuno.
    
    Le chiese se le andasse di raccontargli cosa le fosse accaduto e perché l’avesse trovata accasciata a terra in lacrime, forse che qualcuno le avesse fatto del male?
    
    Natasha gli rispose di no, ma che prendendo, da anni ormai una cura ormonale, il suo carattere era diventato labile e ciclico, influenzato dalla ritmicità e alternanza del progesterone e degli estrogeni, che la rendevano facile al pianto, e ne avevano nel contempo accresciuto la sensibilità e ...
    ... l’insicurezza. Poi la transessuale, gli chiese se avesse la pazienza e il tempo di ascoltare la sua lunga storia, questo avrebbe aiutato anch’ella a distogliere i pensieri dalle sue preoccupazioni. Andrea, che non si sentiva per nulla stanco, forse un po’ alticcio per i drink bevuti, annuì.
    
    Da uomo, gli disse di essersi chiamato Jonathan, ma aveva sempre saputo inconsciamente, sin da quand’era piccola, che quella di uomo, non era la sua vera natura e quando fu in età di comprendere e di muoversi liberamente, lasciò la provincia, per recarsi a NYC, sapeva che la grande città, con l’anonimato che offre, le avrebbe permesso di vivere la sua vita più liberamente, senza paura di alcun pregiudizio.
    
    All’inizio, non sapendo bene come muoversi, cominciò a frequentare locali gay, quelli che le sembravano più “underground”, ecco fu proprio quella la parola che Natasha, utilizzò, che Andrea comprese subito ma che non gli riusciva di rendere al meglio in italiano. Erano quei locali, adibiti ad incontri particolari, con altri uomini, ma di gusti un po’ sadistici, poi all’età di vent’anni, conobbe un uomo che le disse di amarla, e che la spinse gradualmente a un percorso di “trasformazione”, dapprima in forma reversibile, come travestita, le procurava dell’intimo femminile e vestiti, da indossare solo in privato, la costringeva, inoltre, a indossare una parrucca, così che potesse sembrare sempre più femminile, e a truccarsi, e solo ed esclusivamente sotto questa forma, riusciva a fare ...