Le mie estati nella cascina dei nonni. 2: mi accorgo dell'esistenza di Faust
Data: 14/10/2018,
Categorie:
Zoofilia
Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti
Come vi dicevo nella prima parte di questo racconto, fino ad oggi, non avevo mai guardato Faust, il grosso meticcio dei miei nonni con occhi concupiscenti. In realtà era un gran bel cane, dal fisico prepotente, pelo mediamente lungo ma duro e ispido, di un colore variabile e indefinibile, che andava dal nero della schiena al color cammello della lunga e soffice pelliccia sotto la pancia. Quattro zampe robuste e muscolose, classiche del cane abituato a vivere in campagna. Un grosso prepuzio peloso che avrebbe fatto pensare ad un altrettanto grosso pene. Un bel paio di testicoli pendevano tra le sue cosce sballottando a destra e sinistra quando si spostava camminando di qua e di là per l'aia. Ma purtroppo, a causa del fatto che lo avevo conosciuto da cucciolo, lo vedevo più come uno di famiglia che come un possibile amante. Quel giorno però, dovetti scoprire che le cose stavano per cambiare. Della mia passione per gli animali, per il sesso degli animali intendo, vi ho già raccontato. Certo ora in rete si trova di tutto, ed è relativamente facile reperire immagini o filmati di donne che si fanno scopare da cani di qualsiasi razza, da cavalli e addirittura da maiali. Ma alla fine degli anni settanta internet non esisteva, e tutto quello che avevo imparato, lo avevo visto sul campo, o meglio nelle varie cascine che si trovavano intorno a quella dei miei nonni paterni, dove passavo tutte le mie estati da quando ero una bambina. Anche quella lontana estate dei miei diciassette ...
... anni ero da loro e mi godevo senza pensieri i mesi di vacanza. Passavo la maggior parte delle giornate aiutando la nonna, andando a spiare i vari animali che si trovavano nelle fattorie vicine o facendo delle lunghe passeggiate nei campi. In genere quando partivo per una passeggiata mi facevo accompagnare da Faust, un po' per la sicurezza che mi dava essere con lui, ma anche per avere compagnia. Ci divertivamo sempre un sacco insieme io e Faust, lui correva avanti e poi tornava da me come per dirmi "sei proprio una lumaca". Alcune volte andavamo ad esplorare le rive di una specie di canale di irrigazione che passava li vicino. Faust faceva gli agguati alle rane o ai roditori e a volte ne catturava qualcuno, che poi mi portava tutto fiero perché gli facessi i complimenti. Allora mi congratulavo con lui dandogli delle pacche sulle spalle e magari ci scappava anche un bacio. A volte, quando faceva particolarmente caldo, soprattutto nel pomeriggio, Faust si buttava in acqua per rinfrescarsi, poi usciva e si scrollava l'acqua di dosso come fanno i cani, bagnandomi tutta e facendomi urlare e ridere come una matta. La volta che le cose tra noi cambiarono cominciò proprio così. Quel giorno indossavo un leggero vestitino blu scuro a fiorellini bianchi, lo reggevano due spalline di filo intrecciato, era molto corto e quando camminavo rischiavo di mettere in mostra le mie innocenti mutandine da liceale di cotone bianco. Ai piedi calzavo un paio di semplici infradito in cuoio che i miei ...