1. Sara lavora anche di sabato


    Data: 14/10/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Cuckold Autore: PICCHIO

    ... chinassi o mi piegassi per qualsiasi motivo si poteva chiaramente intuire … o meglio dire vedere tutte le mie grazie …. ma tant’è a fronte delle mie scherzose rimostranza sulla mia fedeltà …. alla fine, pur brontolando, mi accompagno allo studio. Alberto parcheggiò l’auto sotto le finestre dello studio, scesi dall’auto e mi avviai nell’androne, il portiere mi salutò, un po’ sorpreso di vedermi di sabato, ma gli raccontai dell’improvvisa necessità e che poi sarebbe comunque venuto un signore, un uomo di colore molto distinto, per prendere dei documenti. Mi avviai per le scale e girando la testa lo guardai e notai la sua espressione, che tentava di nascondere, … mentre salivo stava guardando il mio sedere … in effetti così conciata non mi aveva mai visto: dentro di me gongolai. Entrai nello studio e salutai l’avvocato che ricambiò con particolare calore … si scusò ancora ma, poi notò che … complimenti … ero proprio una splendida ragazza … e se ne accorgeva solo ora … ci accomodammo nello studio, si sedette alla scrivania ed incominciò ad esaminare la pratica e mi chiese di prendere un certo incartamento. Restai un attimo perplessa: quell’incartamento si trovava nella libreria alle spalle dell’avvocato, e per prendere il faldone dovevo posizionare la scale alle spalle dell’avvocato, salire sulla scala, allungare in alto entrambe le braccia e afferrarlo … pensai che stavolta la questione poteva diventare veramente imbarazzante … tenuto conto del mio abbigliamento avrei avuto ben ...
    ... poco da nascondere … mentre così pensavo aggiunse che gli occorreva un altro documento, che manco a farlo apposta, si trovava alla stessa altezza, ma nello scaffale successivo … il che implicava, visto che non potevo spostare la scala più di tanto, sporgermi in un equilibrio decisamente instabile … con tutte le possibili conseguenze. Però il senso del dovere prevalse sul mio improvviso attacco di pudore … presi la scala e salii, individuai la posizione del faldone e lo afferrai … così facendo il vestitino che indossavo si alzò ben sopra e per giunta i vari movimenti avevano comportato che il costume, di consistenza molto sottile, si era infilato nelle piega dei mio sederino lasciandolo alla completa visione di chiunque avesse alzato lo sguardo ... al mare la situazione non mi avrebbe dato pensiero più di tanto … ma la dentro … ero decisamente imbarazzata …. Girai la testa e mi resi conto che l’avvocato era immerso nello studio della pratica e non si era accorto di niente … provai una strana sensazione di disappunto nel constatare che non mi aveva visto in quella posizione … inoltre … mi ero bagnata … lì … proprio lì … Scesi … consegnai il faldone e mi accinsi a risalire la scala … evitando, intenzionalmente, di rimettere a posto le mutandine che oltre tutto, prima volta che le indossavo, si erano leggermente sfilati i lacci e quindi erano diventate piuttosto lente … potevo andare al bagno e metterle a posto … ma non lo feci …. nemmeno io capivo cosa mi stesse passando per la ...
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