1. Il milanese sprovveduto


    Data: 26/09/2017, Categorie: Trans Autore: IlBaroneRosso, Fonte: Annunci69

    ... sapevi già, vero? - .
    
    - No, giuvo, non lo sapevo - .
    
    - Se vuoi dopo ti accompagno a vedere il mare - aggiunse Piera.
    
    Secondo me stava esagerando.
    
    Possibile che il milanese non capisse che quella era la trappola per il milanese sprovveduto?
    
    Ma quando mai in vita sua una ragazza così elegante e fine, dopo cinque minuti che si conoscevano, gli aveva proposto di andare a far flanella, come se lui fosse Bradpitt, come se lei fosse stata colta da un colpo di fulmine?
    
    Ballarono ancora un po’ staccati.
    
    Antonella aveva convinto il dj a mettere qualche disco più lento, ballabile anche abbracciati, e loro due sembrava che non aspettassero altra.
    
    Lei con entrambe le braccia dietro al suo collo, l’ho vista coi miei occhi accarezzargli la nuca.
    
    Lui appiccicato a lei, le baciava la guancia, poi si sono baciati anche in bocca, davanti a tutti.
    
    Lui sembrava che volesse far vedere a tutto il mondo che razza di play boy era.
    
    Poi hanno smesso di ballare.
    
    Nessuno di noi li guardò apertamente.
    
    Io e Antonella li spiavamo di nascosto grazie alla vetrata dell’ingresso che rifletteva le loro figure mentre, mano nella mano, si avvicinavano alla porticina e uscivano in pineta.
    
    Era passata l’una quando ritornò indietro Piera.
    
    - Oh ‘ndove tu l’hai lasciato il rossino sprovveduto ? - .
    
    - Taci, non me ne parlare, taci, è scappato via per non farsi vedere, dice che si vergogna - .
    
    - Dai racconta com’è andata - .
    
    - No, non posso, sono ‘ose intime, non ...
    ... vorrei che vi scandalizzaste - .
    
    Antonella insisteva: - guarda che hai promesso di raccontare tutto, per filo e per segno - e finalmente Piero-Piera cominciò a parlare.
    
    - - -
    
    Già mentre ballavamo, continuava a toccarmi, m’ha detto che era più forte di lui, non resisteva dalla voglia di toccarmi, mi lisciava le braccia, mi accarezzava la faccia, la testa, il sedere, le tette, anche se gliel’ho detto: guarda che non c’è niente lì, sono piatta e piallata come una fotografia. Era eccitatissimo.
    
    - E non s’è accorto di niente? - gli chiesi io.
    
    Macché, te l’ho detto, ed era eccitatissimo.
    
    Ballando stretti gliel’ho sentito, aveva l’uccello in tiro che sembrava volesse spaccare i pantaloni.
    
    Quando siamo usciti in pineta, appena siamo arrivati alla prima spianata, gliel’ho toccato sopra ‘pantaloni, durissimo, sembrava sul punto di esplodere.
    
    Lui brancicava con le mani. Sta buono, gli ho detto, faccio io.
    
    Gliel’ho tirato fuori e gliel’ho preso in bocca.
    
    Non riusciva a star fermo, era esaltato.
    
    Piano, piano, gli dicevo io.
    
    Lo leccavo dolcemente, gli ho succhiato la cappella, gli ho messo la lingua sopra il buchino, la punta della lingua dentro, gli ciucciavo il filetto, glielo leccavo tutto, gli toccavo le palle.
    
    Piano, piano gli dicevo, togliendolo un attimo dalla bocca.
    
    Antonella, t’assicuro, c’ha un cazzo bello grosso, non lungo ma grosso di circonferenza, quasi non mi stava in bocca.
    
    Gli ho abbassato i pantaloni e gli slip, alla fine lui se li ...