1. Un'avventura di Casanova - Fine del principio


    Data: 21/10/2018, Categorie: Trans Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... momento non sono più Bellino. Andiamo a Venezia, e vedrai che saprò guadagnare di che vivere. E se non vuoi andare a Venezia, andiamo dove ti pare. " " Devo andare a Costantinopoli. " " Andiamoci, Se hai paura di perdermi perché mi credi incostante, sposami, e così sarò tua anche per la legge. Non dico che se sarai mio marito ti amerò di più, ma mi piacerebbe essere la tua sposa e poi potremmo riderne. " " Benissimo. Dopodomani, al più tardi, ti sposerò, a Bologna, perché voglio legarti a me in tutti i modi possibili." " Sono felice. Visto che a Rimini non abbiamo nulla da fare, domani mattina ce ne andremo. Ma adesso è inutile che ci alziamo. Mangiamo a letto e poi facciamo l'amore. " Passano così un'altra notte nel piacere e nella gioia e all'alba partono. Dopo 4 ore di viaggio si fermano a Pesato per far colazione. Mentre stanno per rimontare in carrozza, arrivano un sottufficiale con due fucilieri a chiedergli il nome e il passaporto. Bellino da il suo, ma Casanova cerca invano il proprio, in quanto come abbiamo detto all'inizio, lo aveva perso, ammesso che lo avesse mai avuto. Il nostro viene dunque arrestato, incidente che gli capiterà spesso nella vita, e trattenuto fino all'arrivo da Roma di un nuovo passaporto. Ricondotto alla stazione di posta, Casanova dice di avere scritto al cardinale Acquaviva per farsi spedire un nuovo passaporto, e abbraccia Bellino-Teresa, desolata per il contrattempo, le dice di aspettarlo a Rimini e la costringe ad accettare cento ...
    ... zecchini. Lei parte in lacrime. Casanova passa la notte su un mucchio di paglia, senza aver mangiato nulla, in mezzo ai soldati catalani. Una notte così, dopo averne passate un paio deliziose ! A questo punto il nostro filosofeggia, come gli capita spesso. " Quando volete chiudere la bocca a qualche filosofo da strapazzo, che osi dirvi che nell'esistenza dell'uomo la somma dei dolori supera quella dei piaceri, chiedetegli se vorrebbe una vita senza dolori e senza piaceri. Non vi risponderà o vi darà una risposta tortuosa, perché, se risponde di no, vuol dire che ama la vita, e, se l'ama, vuol dire che la trova piacevole, e piacevole non potrebbe essere se fosse dolorosa; se invece ti risponde di sì, ammette di essere uno sciocco, perché identifica il piacere con l'indifferenza. Quando soffriamo, non soffriamo mai senza nutrire piacevole speranza che la nostra sofferenza abbia fine, e in questo non ci sbagliamo mai perché, per male che vada, finiamo con l'addormentarci e durante il sonno sogni lieti ci consolano e ci calmano. Quando invece godiamo, il pensiero della sofferenza che inevitabilmente verrà dopo la gioia non ci turba mai. Il piacere, dunque, quando c’è, è sempre puro; il dolore, invece, è sempre temperato. Tu hai vent'anni. Viene il Padreterno e ti dice: " Ti concedo ancora trent'anni di vita, quindici tutti dolori e quindici tutti piacevoli. Scegli. Vuoi cominciare con i quindici tristi o con quelli piacevoli? " Confessa, caro lettore, che, chiunque tu sia, risponderesti: ...