Vite disordinate - Sonia.
Data: 26/10/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Tibet
... Mi da la chiave dell'appartamento, quella di scorta che teneva nascosta, l'altra sua gliela hanno presa. E io vado a vedere come è disposta la casa. Passo e ripasso per tutto un giorno davanti all'ingresso e non noto nulla. Ma decido di non fidarmi... Vado da un fioraio e compro una confezione di fiori da regalo. Scrivo un biglietto generico di accompagnamento e raggiungo la casa. Suono a caso e chiedo se mi si possono aprire, che sono il fattorino che deve consegnare dei fiori alla famiglia X, la quale non è in casa, così li lascio davanti alla porta. Salgo con l'ascensore fino al piano sopra all'appartamento e guardo in basso. Sembra tutto a posto. Nessuno in giro. Suono... se dovesse esserci qualcuno dico che devo lasciare i fiori per la signora della porta accanto. Ma non c''è nessuno. Entro. L'appartamento è stato rovistato, tutto è buttato all'aria. Cerco il posto del nascondiglio. E' intatto. Lo scoperchio. Contiene diverse buste. Un passaporto, documenti. Un sacchetto. Cazzo...! Una fortuna. Lire, dollari, sterline e marchi. E gioielli. Conto e riconto. Ce n'è almeno per una quarantina di milioni. Almeno! Cazzo! Risistemo il nascondiglio, metto tutto in una busta di plastica e faccio per uscire, mi ricordo delle foto. Le trovo tutte sparpagliate nell'armadio. Poi per strada il dilemma. Che ...
... faccio? Io i soldi voglio tenermeli. Le dico che non ho trovato nulla? Che hanno portato via tutto? Oppure sparisco e non mi faccio più vedere? Con questi soldi so che risolvo tutti i miei problemi per molto tempo. Non devo più farmi succhiare il cazzo per strada per mangiare, né leccare il culo a gente per far loro leggere i miei lavori e elemosinare la loro attenzione. Sono libero, posso vivere alla mia maniera, potrò scrivere quanto e quello che voglio. Non patirò più la fame. Poi... cazzo cazzo a me! Vedo una bambina, una bambina che aspetta la mamma, vedo lei... Sonia che è in angosce, che aspetta me per poter raggiungere quella bambina, per darle la felicità che io non ho avuto. Per una volta, per una volta... capisco che ho l'obbligo di non essere quello che sono, di non essere quella feccia umana che so di essere. La bambina... la bambina! E le porto i soldi, il passaporto e i gioielli. Stranamente lei non ha mai avuto dubbi che io potessi fare diversamente. Pochi giorni dopo l'accompagno all'aeroporto e la guardo partire per Budapest. Le chiedo di lasciarmi una foto della sua bambina. Una bambina bionda. Con gli occhi azzurri come il cielo. Occhi innocenti, senza colpa. Tibet -Perché mi guardi così? Cosa pensi? Ti ricordo qualcuno? -Le stelle- rispondo- ...brillano ancora e invece sono già morte...- T.