1. IL TEMPO DEL FIENO, DELLA PAGLIA E DEI PAPAVERI


    Data: 29/10/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Dunklenacht, Fonte: RaccontiMilu

    ... alcuni tronchi, che franavano a valle... Quando l'ufficiale austriaco si voltò nuovamente verso la sconosciuta, per godere ancora dei suoi sguardi, si accorse ch'ella era svanita.Più giù, nell'angusta vallata, il torrente bruiva sempre. Aveva recentemente spostato il suo letto, al punto da invadere, con le sue acque, le rovine di alcune catapecchie fatiscenti, che sorgevano lì intorno. Quel paesaggio languido brillava malinconicamente nella luce dell'autunno, mentre la giovane donna di cui or ora vi ho narrato lo contemplava, da dietro una cortina di foglie dorate, pronte a cadere al suolo.- La figlia del bottaio sono io � disse la ragazza, rimasta sola con il suo torrente. - La figlia del bottaio sono io, reincarnatasi per proseguire le proprie vicende d'amore sulla terra.Poco dopo, lungo la strada alzaia passò un carretto, condotto da un cavallo bianco.- O mio bel giovine, fermate, ve ne prego!Fu la bella, che passeggiava in quei paraggi, a gridare quelle parole. Ella conquistò con un suo sguardo il giovane che sedeva a cassetta, il quale fermò, la fece salire ed accomodare al proprio fianco, per poi far schioccare la lunga frusta marrone e ripartire al trotto alla volta del villaggio di Liebesburg.La figlia del bottaio si appoggiò languidamente a quella spalla maschile, come se fosse stata quella del suo innamorato. Ella era assai avvenente ed avrebbe conquistato il cuore di chiunque.Io ricordo che, in quei giorni, nella certosa di Liebesburg vi fu una riesumazione, ma ...
    ... non trovarono il cadavere. Nemmeno i pioppi grandi e nordici, dalle fronde ormai spente dall'autunno, sapevano il mistero.Liebesburg, 15 novembre 1872.Era la città degli amanti e degli innamorati, dedicata a San Valentino ed alle felicità dell'amore. In quei giorni, i suoi davanzali, i suoi terrazzi erano decorati con fiori ormai secchi ed inariditi, dai petali giallastri, nonché con ligustri vagamente appassiti, che però ispiravano felicità, sotto la luce del sole d'autunno. Il tempo era bello e le piogge parevano essersi dimenticate di quei tetti, che sembravano fatti di legno ed apparivano aguzzi e romantici, quanto le case delle fate. Qua e là, sotto i portici, ci si imbatteva in statue minute o di medie dimensioni, o in sculture finemente lavorate, che raffiguravano episodi della storia dell'Impero d'Austria ed Ungheria. Le donne erano giovani, avvenenti ed amavano i fiori, le foglie e i rami degli alberi d'autunno, con cui ornavano le loro dimore più o meno sontuose. Vi era anche un monumento, dedicato a San Valentino, il patrono, la cui ricorrenza era sentita ardentemente in tutto il paese.Non di rado, passeggiando lungo il centro di Liebesburg, accadeva di vedere degli amanti, intenti ad abbracciarsi e a baciarsi sulla bocca. I gendarmi, quando s'imbattevano in costoro passando in perlustrazione, fingevano semplicemente di non vederli, fischiettavano o intonavano dei canti in onore dell'imperatore.Alla fine del giorno in cui vi narro, il 15 novembre 1872, vi era un gran ...