Io Sono Elbe |Prologo| La Mano che governa
Data: 30/10/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
[N.d.A.: Per chi avesse già letto le storie "Il Corpo, Il Verbo e la Mente" di Miss Ehrenfeld e "ICVM" di Leliste, dico: Ciao! E' un piacere tornare a scrivere qui tra voi! Per tutti gli altri che si approcciano a questo tipo di racconti per la prima volta, dico innanzitutto: Ciao! Piacere, io sono Cigno. Mi sembra opportuno fare un piccolo recap: Questa storia è la terza parte di una trilogia che comprende una prima parte dal titolo "ICVM". (Potete notare la sua presenza anche nel tag cloud) e una seconda parte dal titolo "Il Corpo, Il Verbo e la Mente". Le prime due parti sono già pubbliche qui su ER e, qualora aveste intenzione di leggere "Io Sono Elbe", vi invito a leggerle prima di intraprendere la lettura di questa terza parte, per ovvi motivi di trama e intreccio. Grazie per l'attenzione e buon viaggio! Cigno PS: Non importa da quale iniziate: "ICVM" e "Il Corpo, Il Verbo e la Mente" possono essere letti prima uno e poi l'altro a vostro piacere. Se leggete, capirete il motivo.] Quel mattino, Elizabeth si svegliò due minuti prima che suonasse la sveglia. Aveva avuto una notte complicata. Alcuni ricordi continuavano a interrompere il suo sonno. Si ritrovò a fissare William mentre dormiva, accanto a lei. Aveva un viso rilassato, sereno. Esprimeva profondo senso di sicurezza. Elizabeth non potè fare a meno di allargare la bocca in un delicato sorriso. Lo baciò sulla guancia, sperando di non svegliarlo. Si divincolò dalle grinfie della coperta e disattivò la sveglia. Era ...
... un venerdì come molti altri. Andò in cucina, silenziosamente. Accese il pc e attese il caricamento della schermata. Cliccò sulla casella di posta. Trovò una serie di e-mail a cui non aveva mai risposto. Le rilesse una per una. Volta per volta. Lettere di vecchi lettori del suo blog, ormai cancellato. In evidenza rispetto alle altre, le e-mail di William, conservate gelosamente. Il suo sguardo, infine, si posò su un messaggio di posta, spedito da una certa Cleopatra. Ricordava bene quel messaggio, lasciato in sospeso per settimane, senza risposta alcuna. Lo rilesse e fu colta da un senso di inquietudine. Un sentimento crescente che fondeva curiosità e avversione. Non era il momento adatto, diceva tra sé e sé. Doveva ancora riprendersi. Doveva lasciare molte cose alle spalle. Aveva appena conosciuto un uomo con cui sentiva di stare bene. Rimase lì, indecisa su come poter gestire quella questione. Le mani, ad un certo punto, presero a muoversi in modo autonomo. Automatico. Cliccò su “rispondi” e iniziò a scrivere, in preda ad un flusso di coscienza. Una volta terminata la bozza, si soffermò a rileggere. Aveva paura ad inviare il testo. Si guardò circospetta e attenzionò i suoni del respiro di William, provenienti dalla stanza da letto. Allegò un file. Premette il tasto “invia” e attese. Dopodiché, si alzò e per andare in doccia. Si guardò allo specchio. Aveva il volto stanco, sebbene si fosse svegliata solamente mezz'ora prima. Avvicinò il viso, in cerca di dettagli che dalla ...