Io Sono Elbe |Prologo| La Mano che governa
Data: 30/10/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
... distinguere nettamente le due tipologie di flusso: Il primo, caldo e prossimo, proveniente dalla corona della doccia posta sopra di lei. Il secondo, lontano e a malapena udibile, proveniente da William. Si sciacquò e lavò via tutto il sapone, con gli occhi chiusi, immersa in quella strana sensazione onirica che rievocava luoghi piovosi. Più ci pensava, più le analogie con il suo sogno si facevano nitide. Una forte pioggia e la presenza di un uomo, al di là della coltre di nebbia, intento a maneggiare il proprio sesso. Istintivamente portò le mani a coprire i seni. Si sentì sciocca. Molto sciocca. Non doveva nascondersi più. Non in sua presenza. Lì, doveva convincersene, era al sicuro. Decise dunque di voltarsi, per permettere a William di scorgere quelle delicate forme che il suo corpo dipingeva, nella matrice di vapore. William la osservava, compiaciuto. Le mandò un bacio a distanza e uscì. Elizabeth ricambiò. Che tenerezza. Che dolcezza, pensava lei. Una piccola porzione di paradiso, splendido nella sua spontaneità. E allora cos'era quell'inquietudine? Era dovuta a certe emozioni che temeva fossero ingestibili? Emozioni legate ad un senso di novità. Un senso di inadeguatezza Non appena William chiuse di nuovo la porta, si sentì circondata da una coltre di ansia. Un'ansia che le faceva aumentare la frequenza cardiaca e le escursioni toraciche. Un'ansia che la costrinse a stringere le cosce l'una contro l'altra. Una sensazione di irrequietezza, che non sapeva bene come ...
... interpretare. Nel mentre, l'acqua continuava a scorrere, sopra la sua testa, lungo il suo corpo. Si insinuava tra le dolci mammelle, scendendo a rivolo fino a riempire l'ombelico. Da esso, ormai straripante, originava un nuovo rivolo che diritto confluiva lungo l'insenatura creata dal tocco di entrambe le cosce. L'acqua lambiva le carni della sua intimità. Le mani seguivano il torrente d'acqua verticale e ne deviavano il corso, ai lati delle grandi labbra. L'ansia diventò eccitazione. Una strana eccitazione. Si sentì improvvisamente carica di istinti. Le dita scorrevano, senza remora. Esploravano. Toccavano. Disegnavano punti e linee. Collegavano zone erogene sempre più in modo intenzionale. Chiuse l'acqua. Era quasi ansimante. Occhi spalancati a guardare il fondo del box doccia. Perché? Perché si sentiva così? Cosa c'era di diverso, quel mattino? Perché le sue mani decidevano al posto suo? Scrivevano e-mail al posto suo. Viaggiavano e invadevano le zone intime del suo corpo. Coprivano il suo volto. Perché? Aprì la bocca, come colta da un riflesso. Una mano invase l'ostio e iniziò a raccogliere saliva. Una volta umettate, le portò in basso, verso la propria vagina. Umettò il clitoride e chiuse gli occhi. Cosa stava facendo? Perché quel bisogno di masturbarsi? Roteò i polpastrelli sfregando sulla punta del clitoride, in senso orario. Il resto del corpo si muoveva in senso anti-rotatorio, per offrire sinergia. Un giro. Due giri, tre giri. Poi inversione di marcia. Uno. Due. Tre. Poi ...