1. Una giornata in campagna


    Data: 05/11/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: PattyeFranco

    ... questo, lui era avanti a noi, silenzioso e sicuramente dispiaciuto e con passo spedito, Franco, mi sorrise e disse: “mi spiace, ma purtroppo sai com'è, sentivo i tuoi ansimi, il tuo gemere nell'avvicinarmi e mi dispiaceva interrompervi, ma ho dovuto”.
    
    Arrivati a casa, andai dritta a darmi una sciacquata alla fontana, Giorgio mi seguì, anche lui con la scusa di sciacquarsi, poi mi disse: “Si sarà accorto tuo marito? Comunque non può finire così, sono troppo eccitato da quello che è successo, scusa Patty, ma come si può resistere?”, non mi rimase che rispondergli: “Stai tranquillo, Franco ha creduto al fatto che ci siamo addormentati. Comunque sappi che anche a me è dispiaciuto interromperci, ma purtroppo eravamo consapevoli che sarebbe successo, non so cos'altro dirti, speriamo in una nuova occasione”. Poi gli feci notare che non mi ero ancora rimessa le mutandine, tanto che con gesto fulmineo, allungò una mano per toccarla ancora una volta.
    
    “Cavoli che rabbia”, pensai, ma purtroppo funziona così nella vita, speriamo nella sorte, che sia a nostro favore.
    
    Poi entrammo in casa e subito a tavola. Un'ottima cena, Arianna era stata grande, come sempre. La cena per Giorgio fu molto sottotono a causa dell'occasione interrotta e probabilmente svanita. Anche a me era sicuramente dispiaciuto, ma di fronte agli altri evitai di mostrarmi dispiaciuta per qualcosa.
    
    Alla fine della cena, proprio mentre il fratello e la sorella di Gianni se ne stavano andando, dicendo che i loro ...
    ... attrezzi li avevano messi nel ripostiglio, ecco che Giorgio si rende conto che i nostri attrezzi erano rimasti in campagna. Nella fretta di ricomporci e di tornare verso casa per cena e con la testa, naturalmente altrove, ce li eravamo dimenticati proprio.
    
    Franco si fece una risata, dicendo: “Bene, ora vi fate una bella camminata, smaltite quello che avete mangiato e andate a prenderli, chi non ha testa ha gambe”. Come sempre Franco era pronto a cogliere gli attimi, e anche questa volta era riuscito a farlo. Che fare? Ormai il sole era già tramontato e il cielo andava all'imbrunire, quindi bisognava andare di fretta, nessuno dei due se lo fece ripetere due volte, fingendoci dispiaciuti di tornare fino là, perché stanchi.
    
    Ci avviammo molto lentamente, ma più ci allontanavamo da casa, più il passo andava aumentando. Da parte di entrambi, c'era dentro ancora un forte desiderio di ricominciare da dove Franco ci aveva interrotti. Io ero ancora senza le mutandine, speranzosa che qualcosa sarebbe successo, e infatti il mio istinto non aveva affatto sbagliato. Arrivati al mucchio di fieno, dove ci eravamo lasciati prendere dall'entusiasmo, ci fermammo, ci guardammo e dopo uno sguardo di soddisfazione, ci abbracciammo decisamente, per poi incrociare di nuovo le nostre labbra e le nostre lingue, in un bacio come sempre molto passionale. Durante quel bacio, Giorgio, dopo aver sollevato il reggiseno, e aver ben accarezzato i miei seni, me lo slacciò; e mi tolse, canotta e reggiseno. ...
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