1. LA PROFESSORESSA


    Data: 06/11/2018, Categorie: Lesbo Dominazione / BDSM Autore: PARON MARIO, Fonte: RaccontiMilu

    Mi ero laureata, si, la mia bella laurea in lettere antiche ma come si sa, lavoro poco e così per raggranellare qualche cosa e non rimanere con le mani in mano avevo trovato dove fare la cameriera in un ristorantino fuori mano. Sempre gli stessi clienti e sempre le stesse facce, lavoravo alla sera, l’ambiente era simpatico, gestito da una famiglia che conoscevo, avevo già dato più di una volta la mano in quell’ambiente dalle tovaglie e quadrettini rosse durante il periodo dei miei studi, e ora in attesa di riuscire a dare un esame di abilitazione ero rimasta a lavorare li, tutto sommato i soldi che prendevo non mi dispiacevano e venivano a rimpinguare le mie magre finanze. Non avevo il ragazzo, dire la verità accetto qualche avventura avuta negli anni passati ora ero libera, con gli uomini non mi trovavo, ma più che tanto non ci facevo caso, ero formidabilmente timida e mi sentivo sempre impacciata. Non è che facessi molto per attirare i loro sguardi, sempre vestita con i miei maglioni larghi e i pantaloni, all’università, mi apprezzavano soprattutto per i miei appunti. Ma tutto sommato la cosa mi andava bene così, l’importante era saperlo. Comunque la vita mi scorreva, e con i clienti del posto, avevo quasi stretto amicizia. C’era la coppietta di innamorati che arrivava tutti i venerdì e in particolare un signore dalla barba bianca, si vedeva chiaramente che ormai era entrato nell’autunno del suo tempo, ogni volta che lo servivo mi sorrideva, era vestito immancabilmente ...
    ... con abito di buon taglio e vezzo suo non portava la cravatta ma usava la farfalla. Mani lunghe e sottili e ben curate, era dannatamente magro, si sedeva immancabilmente a un tavolo singolo appoggiato alla parte e …ormai conoscevo quello che prendeva, cenava spessissimo li quasi fosse solo, le solite suppe., minestra di verdure che non capivo come facesse a prenderla anche quando fuori, c’erano trenta gradi e per fortuna dentro avevamo l’aria condizionata. Le solite parole, qualche complimento e un sorriso: e un giorno, quasi avesse voglia di parlare mi chiese che cosa facessi….quelle parole le senti’ anche il titolare della trattoria che.,. intervenne nel discorso… ” La nostra Cristina, è laureata in lettere antiche, è una bravissima ragazza e sta continuando gli studi” Ero quasi il fiore all’occhiello per il titolare e sua moglie, ci tenevano a me e mi se si può dire mi avevanp quasi adottata. Sua moglie dire il vero, spesso mi brontolava, si informava soprattutto se avevo il ragazzo e un giorno guardandomi, mentre mi cambiavo per mettermi una vestaglia… ” Ma non sei per niente brutta, con quei tuoi maglioni e quei pantaloni, sembra quasi voglia nascondere il tuo corpo.” Effettivamente avevo una bella figura di cui ne andavo fiera e nello stesso tempo era il mio cruccio, avevo due belle tette piene che cercavo di mascherare con quei maglioni, una volta in facoltà quando andai con una maglietta attillata, attirai i maschi come il miele per le mosche, e poi le mie gambe lo devo ...
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