LA PROFESSORESSA
Data: 06/11/2018,
Categorie:
Lesbo
Dominazione / BDSM
Autore: PARON MARIO, Fonte: RaccontiMilu
... sentivo quei polpastrelli scorrermi lentamente sulla schiena, una carezza fatta ad arte, si era nel frattempo avvicinata a me, , sentivo il profumo del suo corpo, un corpo a cui ci teneva, mi ero accorta lavorando li, ma questa volta con quella carezza mi fece sentire un brivido che si andò a concentrare nella parte bassa, con mio grande stupore mi stavo bagnando e lei continuò, “Domani forse ti perderemo, perderemo la nostra Cristina, da una parte ne sono contenta perché finalmente forse inizi il tuo lavoro ma dall’altra parte non ti avrò più vicino a me “ E con queste parole il suo viso si avvicinò al mio, ora le nostre labbra aerano dannatamente vicino, imbarazzo……e una cosa nuova, voglia,…. qualche cosa che non avevo mai provato ma questi pensieri non feci neanche a tempo ad elaborarli per allontanarmi da quella donna, ormai, si, ormai le nostre labbra si toccarono, un movimento leggero…si sfioravano, si sfioravano in una maniera leggerissima e l’attimo dopo si toccarono, il sorriso di quella donna, la sua bocca si aprì leggermente e scattò un bacio al fulmicotone, un bacio torrido, pieno di sensualità…feci per tirarmi indietro, ma la sua mano da dietro mi tocco la nuca e la spinse verso di lei . Le nostre bocche almeno la mia senza volere. ma iniziarono una danza sfrenata fatta di sospiri, leggeri toccamenti mentre le lingue si incrociavano, sembrava che la lingua di lei avesse un’altra vita e fosse staccata completamente dalla sua bocca tanto saettava in me, mi voleva ...
... entrare quasi fosse un cazzo, ma non era ancora finito, le sue mani…….. se una mi accarezzava la nuca l’altra correva sul mio corpo e…si lo devo dire ci sapeva fare, sfiorò leggermente il mio ventre leggermente bombato per poi scivolare sul bordo alto dei miei slip, andò a toccare il ricamo per poi iniziare a forzarlo, quel dito ora aveva superato quella leggera barriera e correva sulla mia pelle sotto il cotone, , sempre più in basso per poi farlo raggiungere da un altro e un altro ancora, ora la sua mano era tutta nelle mie mutandine e andò a toccare il mio monte di venere provocandomi una scossa elettrica. Agiva con una lentezza esasperante, sembrava che il tempo non le interessasse non si muoveva come le mani di un maschio che puntavano a togliermi l’intimo per poi avere la mia figa a portata e prenderla, quella donna viveva di carezze, mi voleva letteralmente far venire senza possedermi, solo sfiorandomi e ci stava riuscendo. Sotto i suoi polpastrelli il mio bottoncino urlava e me lo sentivo diventare di momento in momento più grosso come le punte dei miei capezzoli che ora si vedevano chiaramente sotto il reggiseno spiccavano impertinenti. E non aveva finito, quella bocca dopo aver giocato con le mie labbra scese lungo il mio collo, solletico, piacere, nirvana stavo entrando in un'altra dimensione, scivolò, mi leccò, la sua saliva mi provocava brividi, perché oltre alla lingua a tratti soffiava leggermente…… Imbambolata, aspettavo che cosa stesse per fare, ormai mi stavo ...