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Ampio pigiama
Data: 07/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: QueenLatina
Era un caldo pomeriggio di giugno. Dalla cucina sentii mio figlio, Luca, infilarsi sotto la doccia e decisi di approfittarne per rassettare la sua stanza. Mentre sbattevo le lenzuola sentii un sibilo provenire dal suo cellulare che era sul comodino affianco al letto. Riconobbi una notifica Whatsapp e mi chinai curiosa a leggere: “Sonia ti ha inviato una immagine”. Toccai lo schermo con fare furtivo e il cellulare mi chiese di sbloccarlo con un segno di quelli che si fanno muovendo il dito sullo schermo. Mi ricordai che mio figlio faceva una specie di X e provai. Funzionò. Non feci in tempo a compiacermi per esserci riuscita che sullo schermo apparve una ragazza a seno nudo accompagnata dal commento: “puoi fare di meglio?” Che fosse uno scherzo? Chi era Sonia? Era forse un autoscatto? Che combinava Luca? Così ruppi gli indugi, presi in mano il cellulare e scorsi la chat verso l’alto. La foto precedente l’aveva mandata lui a lei, un selfie scattato in bagno a petto nudo e con le mutande abbassate quasi al limite di scoprire il sesso. E anche lui aveva scritto: Puoi fare di meglio? Posai il cellulare sconvolta, poi lo ripresi in mano e, un po’ preda del panico, lo bloccai per non fargli capire che avevo visto … Mi rimisi a sistemare il letto, ma ci ripensai. Ero arrabbiata. Sia nella foto della ragazza che in quella di mio figlio erano visibili i volti. Se finite in mani sbagliate quelle foto avrebbero potuto fargli molto male. Così sbloccai di nuovo lo schermo e ripresi a ...
... scorrere la chat ma fui spaventata dal richiamo di mio figlio “Che fai ma’?”. Con l’asciugamano avvolto in vita e a torso nudo aveva uno sguardo volutamente severo. Calma, girai lo schermo verso di lui “sono foto da scambiarsi queste? Che combini” Rispose tenendo il punto: “ti metti a spiare nel mio cellulare ora?”. Era sempre stato un ragazzo dal carattere forte, difficile metterlo nell’angolo. “Non stavo spiando. Ho visto arrivare la foto mentre sistemavo il letto”. Ci pensò un attimo poi ribattè: “e si è sbloccato da solo? E da sola si è aperta la chat di Whatsapp?”. Avevo fatto mille duelli con lui come quello, sapevo come affrontarli: “Poi parleremo di questo, ti ho fatto una domanda: che razza di foto vi scambiate?” Funzionò, ebbe un piccolo cedimento. Lo capii in anticipo sulle parole perché si schiodò dallo stipite della porta e si avvicinò alla cassettiera dandomi le spalle. Quando doveva trovare argomenti mi nascondeva sempre il volto, sperando di mascherare la sua insincerità. “Ma niente, è un gioco. Solo uno stupido gioco”. Mentre parlava di spalle avevo scorso velocemente la chat verso l’alto e le foto precedenti erano tutte più innocenti. “Luca, tu sei un ragazzo e questa società maschilista ha un occhio di riguardo per i ragazzi. Ma lei è una donna. Se quelle foto finiscono in mani sbagliate, la segnano …” Sempre dandomi le spalle prese dal cassetto degli slip e se li infilò da sotto l’asciugamano mentre mi rassicurava “Non ti preoccupare, è un gioco tra noi due ...