1. La Coinquilina cap.16


    Data: 13/11/2018, Categorie: Etero Autore: Saretta

    ... sfogo a quello che senti realmente in quel momento. Non inibirti. Non ti conformare con quello che lei è disposta a dare. Chiedi altro se senti che ne hai bisogno” Gustavo capì perfettamente a cosa si riferisse. Negli ultimi tempi aveva sviluppato delle inclinazioni che razionalmente non riusciva ad approvare ma che lo facevano eccitare e sentire vivo come mai gli era successo. Laura non voleva che sacrificasse quella parte di lui appena emersa perché la reputava importante. Solo lui non riusciva ad abituarcisi. Gustavo non uscì dallo studio di Laura con le idee più chiare, ma sicuramente si sentì più rassicurato. La mattina dopo, arrivò in ufficio con un ritardo notevole. Entrò e vide Beatrice già seduta al pc. “Hey ciao! Pensavo non venissi, stavo per chiamarti, che ti è successo?” L’espressione sollevata di Beatrice nel vederselo davanti, lo fece sentire terribilmente importante. “Buongiorno, Bea! Sì, ho beccato un tamponamento fra due auto. Sono stato più di 20 minuti fermo in fila”. Si guardarono per alcuni istanti prima che Beatrice si alzasse dalla sedia. Si premurò di chiudere la porta dell’ufficio prima di avvicinarsi a Gustavo e baciarlo senza dargli possibilità di reagire. Si staccò da lui solo dopo alcuni brevi ma intensi secondi. “Chiama la prossima volta, ero in pensiero”. Gustavo annuì e si accomodò alla sua postazione. “Come va con quegli algoritmi? A che punto siamo?” Beatrice lo guardò accennando un sorriso. “Sono quasi a metà, per la prossima settimana ...
    ... dovrei finire”. I suoi occhi verdi e grandi brillavano. Anche un estraneo si sarebbe reso conto della sua infatuazione. Si rimise seduta e Gustavo si soffermò a contemplarla mentre attendeva l’avvio del suo laptop. Addosso aveva una maglietta azzurra molto aderente che le lasciava scoperte quasi tutte le spalle. Sotto si intravedeva leggermente la forma del reggiseno che probabilmente doveva essere a fascia, perché non si vedevano spalline. I leggings neri fasciavano le sue gambe in maniera perfetta ed i piedi erano adornati da delle ballerine rosse. Al contrario di molti uomini, Gustavo le aveva sempre trovate sexy. Era perfetta in quella posizione, così naturale, assolutamente priva di malizia. Sensuale, senza volerlo essere. Così diversa da Sara e dal suo sfacciato esibizionismo. Sara era sveglia da una mezz’ora ed aveva appena sentito i suoi genitori uscire, ma la pigrizia le stava impedendo di abbandonare le coperte. Pensò che non avesse nulla di preciso da fare e che si sarebbe concessa un po’ di sano ozio. Aprì il cassetto del suo comodino vicino al letto, tirò fuori una catenella d’argento e si sbottonò la parte superiore della sua camicia da notte di cotone. Allentò i morsetti collocati agli estremi della catenella per tornare a stringerli sui suoi capezzoli che aveva già abilmente indurito, stuzzicandoli con le dita. Li strinse al loro massimo livello, percependo un lieve dolore. Quel piccolo dolore capace di trasformarsi in piacere e lussuria, che in pochi secondi le ...
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