La Coinquilina cap.16
Data: 13/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Saretta
... la lingua e iniziò a stuzzicarli dall’areola fino alla punta. Quell’uomo sulla mezza età rimase estasiato senza riuscire a proferire parola. Le collocò i morsetti e iniziò a stringere osservando la piccola smorfia di dolore mista a piacere della sua acquirente. “ Fra due ore chiudo...perché non ripassi, così giochiamo insieme con il tuo nuovo gingillo...te lo regalo io...” Le uniche parole che non avrebbe mai dovuto dire. Sara odiava avere anche solo la minima percezione di essere comprata. Lo guardò seria e gli dette in mano 15 euro andandosene. Il suo abbigliamento ed il suo corpo, come spesso le accadeva, non passarono inosservati. Amava attirare sguardi e commenti ma sapeva ben gestire quel tipo di situazione; tuttavia, da quando aveva ripreso a camminare per il centro storico di Otranto indossando quella catenella, sentiva che stava per perdere il controllo. I suoi seni, già evidentemente liberi sotto quelle due strisce di stoffa morbida, erano ulteriormente evidenziati dalle due mollette che le stringevano forte i capezzoli. La catenella che faceva capolino ed univa i due pezzi di stoffa, poi, attirava ulteriormente l’attenzione e rendeva quel piccolo toy così evidente ed osceno. Sara in tutto percorse al massimo 100 metri, in cui le parve che tutte le persone -di qualsiasi età e sesso- si fossero fermate a guardarla ed a commentare la sua indecenza. La sua eccitazione, complice anche il calore ed il sole, stava prendendole la testa. Decise allora di prendere un ...
... gelato, nella speranza di riprendersi. Si mescolò alla folla che faceva la fila in quella che sembrava essere una delle gelaterie più gettonate e per distrarsi iniziò a leggere il cartellone con i gusti disponibili. Dopo pochi secondi, sentì un lieve strattone proveniente dalla catenella ed abbassò lo sguardo: davanti a lei, un ragazzo con uno zainetto da trekking sulla schiena, si era mosso in una maniera che una delle fibbie che penzolavano dal suo zaino si erano impigliate nella catenella. A quel punto, fosse stata una situazione normale, avrebbe dovuto fermare il ragazzo e liberarsi. Ma non lo fece. Quel ragazzo continuava a muoversi, ed ogni mossa corrispondeva ad una scossa ai capezzoli di Sara: ogni qualvolta cercasse di formulare una frase per dirgli che avrebbe dovuto sganciarsi, veniva colpita da un altro stimolo di piacere. Era ormai circondata da sguardi, voci e calore. La sua testa era in confusione. Dal suo sesso iniziavano a colare umori incontrollabili. Venne il turno del ragazzo, che in quell’occasione fece un balzo deciso in avanti, dando lo strattone definitivo alla catenella che si sganciò dall’impiccio in cui si era incastrata. Per Sara fu il gesto definitivo, che la fece capitolare. Non servì neppure che qualcuno le sfiorasse il clitoride, ormai gonfio per l’eccitazione. E non si accorse neppure che uno dei seni, tirato dalla catenella, era uscito fuori dal top. “Signorina, come posso aiutarla? Si sente bene?” fu l’unica cosa che sentì dopo quell’inaspettato ...