1. Una signora perbene


    Data: 14/11/2018, Categorie: Etero Autore: Mr Gwyn

    ... creavano un’atmosfera molto seducente. Tutt’intorno al lettino per i massaggi, c’erano varie candele profumate che le riempivano i polmoni di un odore delicato e piacevole. Da un piccolo stereo poggiato tra alcuni oli e creme, proveniva una musica rilassante e conciliante. Francesca pensò che si sarebbe potuta anche addormentare su quel lettino, poggiata a pancia in giù, con la schiena scoperta. Subito dopo essersi posizionata, entrò il massaggiatore. Si presentò come Paulo ed il suo accento tradiva la provenienza latinoamericana. Portava una canottiera nera che calzava a pennello su un corpo scultoreo di carnagione scura. Portava i capelli legati in un codino che non scalfiva assolutamente la sua strabordante mascolinità. Quando le sue mani cominciarono a toccare la schiena di Francesca, questa ebbe un piccolo sussulto interiore. Quell’uomo ci sapeva fare: massaggiava con cura ogni punto del dorso della donna come se stesse impastando un dolce prelibato. Un po’ Francesca si vergognava del suo corpo, d’altronde quello era un bellissimo uomo, giovane e atletico, mentre lei non si sentiva un granché. In gioventù aveva avuto un bel culetto, ma ora era un po’ calato e la sua pelle non era più viva come un tempo. Eppure Paulo non sembrava schifato, anzi, toccava con più invadenza di quanto non facesse suo marito, come se quel corpo di donna che aveva tra le mani già lo avesse autorizzato a fare le più varie sconcerie. Francesca sentiva le mani di Paulo infilarsi sempre di più ...
    ... sotto il tessuto dell’accappatoio per cercare lembi di pelle nascosti e proibiti da poter profanare. Si avvicinava sempre più ai glutei per poi tornare lesto sulla schiena e sul collo ma non si vergognava di scendere subito sui fianchi e poi di risalire per sfiorare quella carne dei seni che non poteva scomparire, schiacciata sotto il peso del corpo di Francesca. La musica, gli odori e la voce di Paulo che la incoraggiava a rilassarsi stavano facendo il giusto effetto distensivo. La stessa vagina aveva ormai bagnato il lenzuolo sotto il lettino e lei si era lasciata andare a qualche gemito di rilassamento. Paulo era poi passato a massaggiare anche i piedi. Aveva detto che un bravo massaggiatore deve concentrarsi su tutto e nel dirlo aveva marcato la parola tutto. Dai piedi era passato poi ai polpacci, andando avanti e indietro, percorrendo sempre un pezzo di strada in più, come a voler abituare Francesca alle sue mani morbide e calde. Quando arrivò all’altezza del ginocchio, chiese se poteva levare completamente l’accappatoio rimasto a coprire ormai solo il sedere. Per un attimo Francesca esitò, per paura di rimanere in mutandine davanti ad uno sconosciuto. Tentennò sulla risposta, non parlò subito. Alla fine, quando Paulo reiterò la domanda, decise di assecondarlo e lasciarglielo fare. L’uomo scostò l’asciugamano e lo posò poco lontano, poi finalmente, poté cominciare a massaggiare con cura le cosce magre di Francesca. “Lei ha veramente un bel corpo, lo sa? Capitano poche donne ...
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