Una signora perbene
Data: 14/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Mr Gwyn
... belle come lei da queste parti.” Fece Paulo con il suo marcato accento. Francesca arrossì. Chissà quant’era che non le veniva fatto un complimento del genere da un uomo, pensò. Paulo continuò a massaggiare le cosce infilando piano piano le dita sull’interno per poi arrivare fino ai glutei che alla fine afferrò con forza per impastarli con le sue grandi mani. Era arrivato a palparle il culo apertamente, come se facesse parte di un normale massaggio. Francesca si irrigidì un poco, ma Paulo allentò la presa e la confortò: lui era lì per darle piacere. Un piacere al quale non si abbandonava da tempo, se non attraverso l’uso delle sue mani, quando era nella doccia. Suo marito la trascurava quasi del tutto ed a lei per un tempo sembrato infinito questa pratica le era sembrata la “normalità”, adesso sotto il tocco sapiente di Paulo, cominciava a capire che non lo era, che aveva bisogno di piacere e soprattutto, ne aveva voglia. Le mani del massaggiatore s’insinuarono ancora una volta all’interno delle cosce, questa volta però attraverso le mutandine ormai fradicie, scivolarono nel solco della sua vagina, sentì distintamente le dita di Paulo esercitare una pressione sul suo bottone roseo e lasciò che il suo bacino ci ruotasse sopra, poi l’uomo tornò sulle natiche ed infine sulle spalle, adesso più sciolte. Terminato il massaggio salutò, ringraziando Paulo, che le sorrise affabile dandole il suo biglietto da visita, spiegando che non era la prassi ma che per clienti selezionate, si ...
... permetteva visite a domicilio. Mentre si rivestiva nello spogliatoio attiguo alla stanza dei massaggi, si rese conto di quanto le sue mutandine fossero zuppe, quelle mani l’avevano stravolta, il calore trasmesso, quella sensazione di piacere e benessere che da tanto non provava era tutta racchiusa in quel sottile lembo di lycra che teneva tra le mani. Inutile indossarle pensò rimettendosi la gonna. Ritornò a casa prendendo l’autobus. Salire sui mezzi pubblici senza mutandine l’aveva fatta sentire una vera poco di buono, una donna di strada. Si sentiva come se chiunque potesse vederle le parti intime e conoscere il suo segreto. Cercò di convincersi che non era così, che era solo una sua suggestione e nel frattempo ripensava al suo massaggiatore. Si morse il labbro mentre stringeva in mano il bigliettino da visita dell’uomo. Le dita di Paulo le avevano suscitato un appetito vorace di cazzo. Lo voleva dentro di sé, interamente. Accavallò le gambe come a trattenere il corpo mentre la mente viaggiava sul binario delle fantasie sessuali e si accorse che la sua vagina era nuovamente umida, tanto da inzupparsi entrambe le cosce. Quando scese dall’autobus sperò di non aver lasciato sul sedile o sulla gonna alcuna traccia delle sue fantasie. Una volta rientrata in casa si assicurò che il marito non sarebbe rientrato da lì a poche ore e chiamò immediatamente il massaggiatore. Lo voleva là il prima possibile, non poteva resistere un solo giorno. Voleva essere scopata e quell’uomo era ...