1. Lavorando il legno


    Data: 15/11/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: ufficialeinferiore

    ... leggermente e capii che la cappella di legno era entrata.
    
    "Ora di spano il buco per benino!" esclamò Fabrizio mentre invertiva la rotazione della rotella.
    
    Il pene iniziò ad uscire dal mio culetto forzando spaventosamente sul muscolo anale "aiutoooo, mi rompi, mi rompi, aiutoooo" provai a gridare inutilmente.
    
    Sentii un calore alle parti basse e subito dopo l'anello anale che si restringeva velocemente. Quel mostro era uscito dal mio sedere ma non feci in tempo a respirare che il trattamento ricominciò ...dentro, fuori, dentro fuori, dentro, fuori ... dopo sette od otto passaggi che avvennero in un tempo che mi sembrò infinito il dolore svaì lasciando il posto ad una sensazione di calore che questa volta invase tutto il mio corpo fino a raggiungermi la nuca.
    
    Fabrizio fisso il pene gigante al macchinario che autonomamente ricominciò a penentrarmi senza sosta. Avevo delle vampate di calore talmente intense che non capivo se stavo per svenire o se era un orgasmo spaventoso che stava per esplodere.
    
    Il mastro mi liberò le braccia e la cinghia che avevo al petto ma fece si che tuttoil resto del mio corpo rimasse legato alla panca.
    
    Il pene di legno entrava oramai agevolmente e con la nuova libertà di movimento che avevo iniziai ...
    ... ad andoggiare il bacino su di esso ed allungi le mani per prendere il cazzo del mio amico che era diventato di marmo.
    
    Iniziai a fare il miglior pompino della mia vita scuotendo sempre più in fretta le anche per ricevere qualche millimetro in più del palo che mi stava devastando il sedere.
    
    Un'altra vampata di calore ... ed un'altra ... ed un'altra ... sentii che dal mio pene usciva un fiume di sperma ma non a schizzi, era più un getto lento ma continuo, come quando si urina ... mi stavo impalando su quel tronchetto ed aumentai il ritmo del pompino.
    
    "Siiiii, dai che sborro di nuovooooo" disse Fabrizio "daiiiii, daiiiii, daiiiiiiiiiii" una nuova ondata di sborra di riempì la bocca e come sentii il sapore salato ed inconfondibile della sborra iniziai ad andare in estasi ... riuscii ad ingogliare tutto lo sperma prodotta dal mastro per poi crollare sfinito sulla panca con le braccia a penzoloni.
    
    Il pene finto continuò ad entrare ed uscire dal mio sedere fino all'alba ed il mastro, che al termine della nottata incominciai a chiamare MASTER, mi sborrò in bocca in altre quattro volte ... senza però avere il coraggio di violarmi analmente con il suo immondo paletto di carne, al cui confronto quello di legno sembrava uno stuzzicadenti.. 
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