1. L'allevatrice di cani


    Data: 15/11/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    ... diventare immediatamente duro; ho dovuto rifugiarmi nel gabinetto, dove, rovistando nel cesto della biancheria da lavare, ho trovato un paio delle sue mutande, me le sono premute sulla faccia, ho provato una sensazione meravigliosa, poi mi sono masturbato tenendomi proprio a contatto con la cappella, il davanti delle mutande, pensando di strofinarlo sulla sua fica. Dopo quella volta, oltre agli slip, ho dato la caccia ai suoi pannolini mestruati. Ancora adesso, entro sempre nel bagno dopo che qualcuna di voi tre è appena uscita e controllo il contenitore. Li odoro, li lecco e godo.
    
    I tubicini che usi tu Katia, li succhio come vorrei che tu mi ciucciassi il cazzo. I pannollini di Magda hanno un sapore più forte, quelli di Gilda più leggero, ma mi eccitano allo stesso modo.»
    
    «E bravo il nostro feticista!» Disse Katia, intanto che usciva dalla carreggiata per andarsi ad infrattare in un canneto ed una volta fermato il furgone, aggiunse:
    
    «La porcellina ha già goduto un paio di volte ed ora tocca a noi. Tiralo fuori, gioia.» Il mio fraterno amico obbedì e Katia esclamò:
    
    «Altro che pisellino! Questo è un signor cazzo!» Gigi rise imbarazzato, intanto che io ammiravo quella meraviglia, aumentando il movimento del mio dito sul bottoncino.
    
    Nel frattempo Katia aveva appoggiata la schiena alla portiera, s’era fatta aiutare da noi a togliersi i jeans e quando restò in mutande, le vedemmo fradice come se avesse orinato; ma non era odore di pipì quello che sentivamo, ma un ...
    ... effluvio penetrante, eccitante, che soltanto con le future esperienze, capii che era proprio delle rosse naturali. Infatti non appena se le tolse, ci apparve una collinetta ricoperta di peli ramati, in mezzo ai quali spiccava una fessura d’un rosso più tenue. Lei mi porse l’indumento e mi disse:
    
    «Odorale un po’ e succhiale, porcellina, che Gigetto lo facciamo bere direttamente alla fonte.» Me le accostai al viso e godetti immediatamente, emettendo un lungo gemito, al che Katia commentò compiaciuta:
    
    «Vedo che non m’ero sbagliata; siete pronti per essere bene istradati. Adesso Gigi t’insegno a leccare la fica come si deve, intanto che scopi la bocca di Gilda.» Pur non avendo esperienza alcuna, capimmo al volo come voleva che ci mettessimo. Lei si spalancò le labbra s’allargò il tagliò della vagina, Gigi ci tuffò la faccia dentro, standole inginocchiato fra le gambe ed io, sdraiata sulla schiena, scivolai con la testa sotto il suo l’inguine. La cappella era a pochi millimetri dalle mie labbra, allora, mettendogli una mano sulle natiche l’attirai a me, facendomelo entrare quasi tutto in bocca, di rimando, Gigi cominciò quel movimento che tante volte avevamo visto fare ai cani maschi, quando ingravidavano le cagne in calore, come eravamo appunto Katia ed io in quel momento.
    
    «Così! Bravo Gigi! Parti dal basso, se hai leccato i miei pannolini puoi anche farlo col mio culo. Appunto continua, gioia, adesso risali con la lingua piatta e quando senti l’anello spingici la punta ...