1. L'uomo che attende


    Data: 15/11/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    ... comunque e sono qui da un paio di settimane…- Non le piaceva pensare che se ne sarebbe andato. -E… tornerai?- -Forse… chissà…- Sentirono avvicinarsi un camioncino e sospesero la conversazione, era la sua prima fornitura di bibite varie. L’uomo l’aiutò a disporle in alte pile nel locale magazzino. -Uffa… che fatica. Per fortuna che un signor Nessuno mi ha aiutato… posso ricompensarti con un mezzo toast e una birra? Veramente non ho altro da mangiare… è il mio pranzo…- -Non mangio mai durante il giorno… e poi devo davvero tornare sulla riva…- Si allontanò senza fretta, ma deciso. Prese la sua solita posizione in attesa. Nadia era sempre più perplessa. Nell’impilare le cassette delle varie bevande, l’uomo si era tolto il giaccone da marinaio che portava e lei aveva potuto osservare i forti muscoli delle sue braccia flettersi nello sforzo. Portava solo una vecchia maglia a maniche corte. Tornando verso casa passò dalla pineta ed effettivamente c’era un grosso e vecchio motorhome fermo nel parcheggio. Era quello dove viveva Nemo? A casa, dopo cena, fu raggiunta dal suo ragazzo e fecero l’amore. Il suo corpo era lì, godeva con lui, rispondeva alle sue sollecitazioni, ma lo faceva in una maniera nuova, separando il corpo dalla mente dato che quest’ultima era altrove. Mentre si inarcava, ansimava e lui la possedeva, lei pensava e vedeva le mani di Nemo… dell’uomo del mistero. Le mani la stringevano forte, le accarezzavano prepotenti il seno e le strizzavano i capezzoli. Le mani… ...
    ... ahahh…! Quelle mani! Le mani frugavano nella sua intimità, sapevano cosa e come toccarla, le grosse dita la penetravano e la riempivano. Quando la liberò dal suo peso, Nadia era ancora dietro a godere di Nemo, ora… si disse… vorrei lui. Sentire la sua pelle nuda sulla mia, il suo odore di uomo, di maschio. Sentire la prepotenza del suo sesso spingere e violarmi! L’orgasmo era ora puramente mentale. Fatto più di sensazioni che di fisicità e continuò a lungo. Si addormentò con l’immagine di Nemo nella mente. La mattina successiva pioveva, Nemo era al solito posto e sotto ad un vero diluvio. Nadia suonò il clacson per attirare la sua attenzione e quando questi si voltò gli fece cenno di raggiungerla al riparo del piccolo bar. -Ti prenderai un malanno… ma non vedi come piove?- -Malanno? Ci vuol ben altro per stendermi…- -Uhauuu…! Sei una roccia! Ma si da il fatto che sei fradicio e sembri un pulcino bagnato…- Ah…! Quel suo sorriso! Sorrideva con tutto se stesso! -Forse posso smettere per oggi… ho la sensazione che non succederà nulla…- -Ma che deve succedere? Sei un uomo impossibile! Ti accompagno io… so dove hai il camper…- La distanza era appena di qualche centinaio di metri e quando raggiunsero il mezzo, lui la invitò ad entrare. L’interno era spazioso e ordinato. Nella parte posteriore c’era una cuccetta che era evidentemente quella che usava lui. -Faccio io il caffè oggi… tu siediti e aspettami… mi cambio in un attimo…- Prese veloce una moka, ci mise l’acqua e il caffè e la mise ...
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