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Da Lorena
Data: 18/11/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: 1945
... chiederti o dirti su cosa tu debba fare per questa occasione perché tu possa essere ancora più femminile e sensuale di quello che sei. Ero sorpresa e un po’ imbarazzata dalla sua non richiesta, ma potevo capire cosa ci fosse dietro: era l’occasione per avere quello che abitualmente in casa non hai e che rimane nel limbo delle tue erotiche fantasie. Quella notte da trascorrere insieme poteva essere l’unica per tantissimo tempo. Salvo il cliente siciliano che avevamo “ormai chiuso” gli altri non prevedevano trasferte coni pernottamenti e “provocarli” avrebbe dato nell’occhio. Non vivo sulla luna e so cosa i maschietti si attendono da noi, o meglio vorrebbero la propria moglie santa e le altre puttane. Nel nostro caso io avrei dovuto essere la puttana, la donna delle fantasie erotiche inespresse. Bene in fondo era quello che ero e volevo. L’avrei e mi sarei fatta contenta. Sapevo che dopo la cena con il cliente saremmo andati direttamente in camera sua e non avrei avuto il avuto il tempo di ricambiarmi e organizzai la mia trasferta. Andai a ripescare in fondo ai cassetti quell’ abbigliamento intimo che da non sposati si indossava per Capodanno (chissà perché solo a Capodanno, come se forse permesso solo quella notte). Mi preparai per quel giorno: casta e professionale fuori, porca sotto. Fuori un completo di Versace, sotto un intimo di Cavalli; per me il migliore per la lingerie erotica anche se un po' osé. Slip traforati neri, modello non li vedo, impalpabili e trasparenti; ...
... autoreggenti grigio fumé (più pratici dei reggicalze) con reggiseno coordinato Le scarpe erano con tacco a spillo, eleganti, senza essere eccessivamente alte. Cenammo con il cliente. Sapendo cosa sarebbe seguito non mi preoccupai più di tanto dal preservarmi dal bere. Un leggero mio stato d’incoscienza avrebbe favorito la mia disponibilità ed alleggerito i miei sensi di colpa. Non vedevo l’ora terminasse la cena che mi parve infinita. Quando terminò ed il nostro cliente andò sentii la passera pulsare di eccitazione. Dissi a Riccardo: andiamo non ne posso più. E lui: anch’io e dal suo sorriso compresi che intendevamo la stessa cosa Nel taxi la sua mano sfioravo la mia coscia trasmettendomi un doloroso calore. Non so come facemmo a nascondere a taxista i nostri desideri. Entrammo quasi di corsa in hotel. Per fortuna l’ascensore era al piano e non dovemmo attendere. Premette il pulsante del nostro piano, il quinto. Non appena l’ascensore si mise in movimento mi prese tra le braccia e mi schiacciò con il culo contro la parete, il suo pene che sentivo magnificamente duro, spingeva contro il mio grembo. Schiacciò un tasto e stoppo l’ascensore; gli dissi sei pazzo. Aveva uno sguardo arrappato mentre mi premeva la sua bocca sulla mia cercando la mia lingua. Infilò la mano sotto la gonna sentendo che indossavo le autoreggenti. Bellissima porca fu il suo commento. Spinse le dita da sotto lo slip nella mia passera entrando senza difficoltà grazie ai miei liquidi da eccitazione. La ravanò. ...