La ragazza del mio coinquilino
Data: 20/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: SempreInTiro
... amo le mani mi prese per il bordo superiore dei calzoncini che portavo, infilando indice e medio tra la mia pelle e il tessuto dei boxer, e con un leggero strattone mi costrinse ad avanzare un altro mezzo passo. Scorrendo le dita raggiunse subito il bottone e la cerniera, che si aprì. Un altro gesto deciso e pantaloncini e boxer furono a metà coscia, lasciandomi col pube scoperto a pochi centimetri dal suo viso. Ero incredulo, ipnotizzato dal suo sguardo che mai si era staccato dai miei occhi durante tutta l'operazione. Il cervello non aveva ancora realizzato ciò che stava accadendo, e conseguentemente il corpo non aveva reagito, tanto che il cazzo era ancora penzolante tra le mia gambe, come se non avessi gradito la sua iniziativa. Ma per mia fortuna la cosa non bastò a scoraggiarla. Sempre nel silenzio, che si faceva ogni secondo più pesante, allungò lentamente la lingua fuori dalle labbra socchiuse, come un serpente che esca dalla tana, fino ad appoggiarne la punta alla base del mio pisellino moscio, scorrendolo verso l'alto fino alla cappella. Alla prima, sguì una seconda leccata, ugualmente lenta a giudicare dal numero dei miei sospiri che, appena udibili, la scandirono nel silenzio. Dopo, avevo l'uccello duro come la roccia, che puntava dritto verso il nasino a patata di Giulia. - Allora? non hai ancora risposto. Pensi davvero che sia una pompinara? Prima che potessi parlare, sempre che avessi trovato qualcosa di non troppo stupido da dire, con le mani appoggiate ai ...
... lati del mio sedere e un solo rapido gesto del collo, si infilò il cazzo tra le labbra per tutta la sua lunghezza e arrivò a toccare il pube con la punta del naso. Rimase così un secondo, poi invertì il movimento e cominciò la risalita con un leggero risucchio, dalla base fino al glande - ma senza lasciarselo scappare - e sempre con le labbra perfettamente aderenti all'asta. Un altra pausa per prendere fiato e approfittare della posizione per guardare nei miei occhi come stava andando. Ancora: dentro, pausa, fuori, pausa. Ad ogni nuova infilata le pause diminuivano, così che il ritmo stava crescendo sempre più e i rumori, all'inizio appena percettibili, si aplificarono, e ogni risucchio e ogni suo respiro per prendere fiato divennero chiaramente udibili, mandandomi in visibilio. - Che troia! - sospirai, come in trance. Come lo dissi, Giulia estrasse si fece uscire l'uccello di bocca, che sembrò una bottiglia stappata. La subitaneità di quel gesto mi stupì: - Merda, non dirmi che si è offesa! - pensai. Ma nulla era più lontano dal vero: mostrò la sua gioia per la mia affermazione prendendo il cazzo alla base con la destra e facendoselo sbattere sul viso quattro o cinque volte con aria libidinosa. Da qui ci fu un cambio di trattamento: la destra iniziò a segarmi a ritmo sostenuto, mentre la sinistra mi massaggiava i testicoli, e solo la cappella rimaneva nella sua bocca con la lingua che la spennellava in ogni direzione. Per essere più comoda Giulia si era accovacciata in ...