1. La Coinquilina cap. 7


    Data: 28/11/2018, Categorie: Esibizionismo Autore: Saretta

    Il freddo del marmo della panchina si stava facendo sentire anche attraverso i pantaloni e il giaccone, ma la giornata era così bella che Gustavo si era imposto di pranzare con un panino all’aria aperta e godersi quel sole invernale ma avvolgente. Nei giorni feriali si divideva fra l’ufficio e la casa e si sentiva affogare, sempre rinchiuso fra quelle 4 mura. Dall’altra parte della strada, degli operai stavano montando un’insegna “L’angolo di Bacco”. Gustavo finì il suo panino e si avvicinò al locale, un cartello indicava l’imminente apertura di una nuova enoteca con ricchi aperitivi dalle 19 alle 21. Avrebbero inaugurato quella stessa sera. Dette un’occhiata attraverso la porta d’ingresso e vide un arredamento minimal ma molto elegante, il design era sobrio, con uno stile vagamente newyorkese. C’era un bancone e mobili di legno, simili a librerie, abitati da decine di bottiglie di vino. Ad un primo occhio gli piacque subito e pensò che avrebbe voluto andarci. Aprì whatsapp per cercare la chat di gruppo con i suoi amici, sullo schermo il primo nome che vide fu quello di Sara. C’era un suo messaggio che ancora non aveva visualizzato . Aveva silenziato il telefono durante la riunione della mattina e non aveva più riattivato la suoneria. C’erano anche due chiamate perse di Ivan ma preferì leggere il messaggio della sua coinquilina. “ Hanno appena chiamato i miei genitori, è morto il mio cane...” A condire il messaggio, un paio di emoji tristi. La sera in cui avevano mangiato ...
    ... tacos sul divano, Sara aveva parlato a lungo del suo cane a Gustavo. Sapeva che era vecchio e non stava più molto bene. Sempre quella sera, si erano confidati l’amore sfrenato per Londra, per il punk ed i paesaggi autunnali. Erano finiti poi a raccontarsi dei rispettivi animali domestici che entrambi avevano ma che vivevano nelle case dei genitori. Ed entrambi avevano concluso con la considerazione che gli animali fossero bellissimi ma incompatibili con le vite sempre più frenetiche e disordinate che facevano. Quella stessa sera fu talmente rapito da quella bella conversazione, che quasi si dimenticò di quello che successe poche ore prima con Michela; gli ritornò in mente solo quando rientrando in camera, vide controluce un lungo capello penzolare incastrato nel cassetto del comodino. Questo piccolo particolare lo fece riflettere riguardo al comportamento tenuto durante la serata con la sua amante occasionale, gli risalirono negli occhi alcune immagini dal sapore decisamente sgradevole. Non era mai successo di essere così scortese, freddo e decisamente stronzo. Pensò che in vita sua non avrebbe mai dovuto comportarsi in quel modo con una donna, che anche in un rifiuto, in una serata andata male servisse sempre un po’ di tatto e dolcezza. Che questa cosa non sarebbe dovuta succedere mai più. Prese il telefono con l’intento di mandare un messaggio a Michela formulando una di quelle classiche scuse che si inventano in questi casi per non lasciare l’amaro in bocca. Ma presto ...
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