1. Galeotto fu il bus - parte 2


    Data: 01/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: btmbear87, Fonte: Annunci69

    ... per tagliare anche i peperoni quando il mio Ahmed torna in cucina. Non mi volto perché ho paura di tagliarmi, ma lo sento avvicinarsi. Poi mi abbraccia e mi stringe a sé. Sento che non ha più la maglietta e i suoi muscoli aderiscono alla mia schiena pelosa. È già eccitato e sento la sua erezione premere contro il mio fondo schiena.
    
    È instancabile. L'abbiamo fatto cinque volte solo questo pomeriggio e lui è ancora eccitato.
    
    “Ahmed... devo cucinare..”
    
    “Lo so...”
    
    Ma non accenna a smettere di baciarmi il collo, le spalle, la schiena. Io vorrei girarmi, ricambiare queste premure, perché lo desidero, desidero il suo corpo sotto alle mie mani. Voglio sentire la sua pelle liscia scorrermi sotto i polpastrelli mentre essi solcano le scanalature dei suoi muscoli perfetti.
    
    Ma lui mi trattiene dal girarmi. Sussurrando mi bisbiglia un lascivo “Continua...” nell'orecchio sinistro. Poi si sposta dall'altra parte e sotto voce prosegue: “...ti sei preso cura di me, e ancora lo stai facendo. Permetti che faccia qualcosa per te...”.
    
    Lo lascio fare, anche se è difficile tagliare i peperoni con lui dietro.
    
    Poi capisco che cosa vuole fare. Sento la punta che preme contro il mio buco. Vuole scoparmi mentre cucino. Incredibile. Davvero. Continuo a credere che presto tutto finirà. Non solo è perfetto nel fisico e dolce nel modi, ma sembra che sappia dire esattamente quali sono le mie più nascoste fantasie.
    
    Lo lascio fare naturalmente e nonostante il dolore iniziale (quella ...
    ... cosa enorme è già entrata dentro di me cinque volte oggi e il mio buchino non ha mai subito tante profanazioni di seguito, ho paura che possa farmi davvero male) nonostante il dolore iniziale, dicevo, trova facilmente la sua via.
    
    Così mentre finisco di tagliare il secondo peperone esclamo un “Ahh...” di intenso piacere e brivido quando lui entra completamente fino alla base.
    
    È piegato su di me, il volto nella mia schiena assapora la mia pelle, le braccia mi tengono stretto intorno alla vita. Non ha intenzione di lasciarmi andare per nessuna ragione. Ed io continuo, come mi ha chiesto, a cucinare. Non si muove molto, e quando lo fa, lo fa con dolcezza ed estrema lentezza. Amo sentirlo dentro di me. È una sensazione di pienezza incredibile. Talvolta vorrei muovermi più in fretta, sono molto eccitato anche io, ma capisco che vuole stare dentro di me fino alla fine. Così lo lascio fare. Lui mi tocca, mi bacia. Mi scatena dei brividi indicibili.
    
    Come se fosse la cosa più normale del mondo, giro il volto sospirando “Ahmed, mio Ahmed, è quasi pronto”. Deve essere passata mezz'ora. Lui in tutto questo non ha detto mai nulla. Mi prende le mani e le appoggia al bancone della cucina così che sono un po' piegato in avanti.
    
    Inizia a muoversi più velocemente e alla fine “Alvise.. Alvise...” chiama il mio nome a gran voce e viene, mi riempie ancora di più. Sembra che non voglia uscire.
    
    Poi alla fine esce. Mi gira e mi bacia.
    
    “Tutto con te mi sembra facile. Tutto con te viene ...
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