1. Galeotto fu il bus - parte 2


    Data: 01/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: btmbear87, Fonte: Annunci69

    ... non ora...”
    
    Fingendomi serio e preoccupato, appoggio una mano sulla sua fronte “Stai poco bene...?” poi scoppio a ridere.
    
    “Stronzo! Che cosa credi? Che sappia fare solo quello?”
    
    “Ma dai, non prendere tutto sempre sul serio. Scherzavo.”
    
    Mi guarda e sembra un po' imbronciato.
    
    “Ahmed, io scherzo sempre, non devi offenderti o arrabbiarti. Lo capirai quando sarò serio. Te lo dirò. Altrimenti sai che ho questa tendenza; ridere mi piace e mi fa piacere far ridere anche gli altri.”
    
    La sua espressione muta in un modo che mi sorprende: se prima era serio e imbronciato, ora appare tanto triste. Lo tiro verso di me e lo abbraccio forte. Poi lo spingo da parte e lo costringo a sedersi. Mi siedo anche io, ho le gambe incrociate sul divano rivolto verso di lui, mentre Ahmed sta seduto con le gambe giù dal divano e tiene lo sguardo a terra.
    
    “Voltati” gli dico con garbo. Sono seduto di fronte a lui, praticamente nudo, ma non provo alcun imbarazzo, nessun pudore. So che sono di fronte a lui e che lui non mi guarderà mai con dispiacere. “Ahmed, vorrei farti capire una cosa, forse non sono stato abbastanza chiaro.”
    
    Si gira finalmente e mi guarda. Faccio fatica a trattenermi dal prenderlo e baciarlo ancora una volta, ma mi costringo a farlo e riprendo a parlare. “Ahmed, vorrei cercare di farti capire che cosa significhi per me. Sono stato solo per anni, ero arrivato a credere che non avrei mai trovato nessuno al quale piacessi abbastanza. Tu mi hai dimostrato il ...
    ... contrario. Mi hai dimostrato che non c'è cosa più bella che amare ed essere riamati. Quando sei venuto da me questa mattina, quando ti ho conosciuto, quando ti guardavo in segreto in bus, non credevo che avrei mai potuto aspettarmi nulla da te, perché eri troppo. Poi invece mi hai sorpreso. Mi hai aperto un mondo che non avevo mai esplorato. La prima volta che ti vidi avevo 14 anni. Frequentavo il secondo anni di superiori e tu salisti per la prima volta nel mio bus. Da allora ti ho guardato tutti i giorni, curvo su te stesso, sempre solo, eppure così bello, così attraente. Per me rappresentavi la vetta inarrivabile del più alto e meraviglioso monte dell'Himalaya, o il più lontano e splendente dei soli dell'universo. Eppure sono qui di fronte a te ora, felicissimo di essermi sbagliato; anche se ancora non riesco a capacitarmi della verità di quanto sta succedendo tra di noi. Immagino sempre che debba suonare una sveglia a breve a ricordarmi che sto sognando. Invece no, tu sei qui, io sono qui. Ti guardo e non c'è nulla a questo mondo che desidero di più.”
    
    Avevo parlato con calma. Era fondamentale che capisse che ero serio e pienamente consapevole di ciò che stavo dicendo
    
    “Alvise... io non ti ho mai visto in quel bus fino al giorno in cui mi hai parlato. Non ho mai visto nessuno a dire la verità. La mia vita era un buco nero fino a che non sei arrivato tu. Mi hai illuminato come nessuno aveva mai fatto, mi hai sorriso, hai insistito, non ti sei arreso. Io ti sono riconoscente, io ...
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