1. Soggiogata 10


    Data: 30/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987

    ... della parte più stretta.
    
    Avevo gli occhi lucidi per lo sforzo, la paura e l’eccitazione e quando provai a rimettermi dritta, sentii premere dentro la pancia, ma riuscii comunque a farlo.
    
    “cammina”
    
    Iniziai a camminare con un po’ di difficoltà che piano piano scomparve e, dopo aver passeggiato per un po’ per i corridoi abituandomi a camminare con naturalezza nonostante l’intruso, uscimmo dal magazzino con la paura folle di essere scoperta visto che stavo rubando della merce portandola via infilata su per il culo!!!
    
    Appena fuori, Antonio trovò una rientranza un po’ più riparata e, sbattendomi contro il muro, mi baciò con passione mentre con la mano mi martoriava il bottoncino facendomi impazzire di piacere e lì, appoggiata al muro, incurante della gente che passava,venni, abbarbicandomi a lui mentre i miei scatti di bacino insieme alle contrazioni dell’ano sull’oggetto che avevo dentro di me mi scuotevano in maniera scomposta.
    
    Riuscii a cogliere lo sguardo di patetica commiserazione di due signore che stavano passando, ma ero molto più interessata alla colonna di marmo bollente che premeva sulla mia pancia.
    
    Non avevo ancora ripreso il controllo sui muscoli delle gambe che mi prese per mano trascinandomi lungo il corridoio che portava ai bagni.
    
    Entrò da solo in quello degli uomini lasciandomi da sola con le gambe ancora tremanti ma, per fortuna, un attimo dopo si affacciò facendomi segno di entrare e, superando la fila degli orinatoi (che non avevo mai ...
    ... visto), mi fece entrare nell’ultimo gabinetto di quelli protetti da una porta che però non chiuse a chiave!!!
    
    Per fortuna era molto pulito perché chiuse il coperchio del water e mi ordinò di sedermici sopra, cosa che feci sentendo la mia fica bagnata sulla plastica e il pezzetto di manico che era leggermente uscito, rientrare tutto dentro costretto dal mio peso.
    
    Alzai gli occhi giusto in tempo per vedere quella pesca gigante della sua cappella puntare verso la mia bocca socchiusa.
    
    Mi trovai quasi soffocata da quel bastone che spingeva dentro la mia gola impedendomi qualsiasi movimento, lo agguantai con entrambe le mani per cercare di mitigare le spinte che imprimeva a quell’attrezzo, ma con scarsi risultati.
    
    Il piacere che avevo scoperto di provare a leccare quella calda appendice del corpo maschile, questa volta non avevo modo di provarlo a causa dell’impeto col quale mi ravanava la gola, ma incredibilmente, quella sottomissione completa al suo volere faceva nascere in me un altro tipo di piacere più profondo e ancestrale che coinvolgeva tutto il corpo in ogni centimetro.
    
    Mi mancava il fiato e gli occhi mi lacrimavano per lo sforzo e lui, finalmente, rallentò un attimo il martellamento.
    
    Togliendomelo infine un attimo di bocca mi disse:
    
    “adesso leccalo per bene con la lingua, accarezzalo, bacialo ogni millimetro, dimostrami con i fatti quello che adesso mi dirai a voce…..”
    
    “c…cosa?”
    
    “devi dirmelo quanto ti piace…forza”
    
    L’imbarazzo che mi attanagliava ...