1. Scambio culturale [ pt. 5 ]


    Data: 30/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: alchest

    ... notte mamma e papà non entravano mai o, comunque, bussavano prima di entrare. Quella notte quindi dormimmo assieme, sotto le coperte abbracciati stretti. Lui aspettò che il mio respiro si fece pesante prima di lasciare la stretta e abbandonare anche sé stesso al sonno.
    
    Al mattino, con la serranda rimasta alzata, la luce penetrò nella stanza svegliando Frederick che cominciò a carezzarmi i capelli. Quella mattina qualcuno dimenticò le buone maniere, però. Mio padre entrò in camera, senza bussare né chiamare. Nemmeno me ne accorsi, finché non cominciò ad urlare. La sua imbarazzante reazione ve la risparmio, basta solo dire che minacciò Frederick di denuncia finché non avrebbe lasciato casa. A nulla servirono le mie parole in sua difesa, nemmeno con la mamma che la sera prima piangeva per la paura di deludermi. "Non ti preoccupare per ieri sera, mi hai deluso ora" le dissi, uscendo di casa. Frederick era già fuori, nelle scale, ad aspettarmi. Uscimmo, restando in silenzio per alcuni minuti. Poi lo baciai semplicemente. "Torniamo in Olanda" "Andiamo da Lorenzo" ci proponemmo a vicenda come se ci fossimo accordati telepaticamente.
    
    Continuammo a non parlare, ci sorridemmo guardandoci negli occhi.. Eravamo ancora nel portone della mia scala, quando mi prese sbattendomi al muro. Cominciò a baciarmi, con una passione travolgente e violenta, una foga esagerata che io alimentavo con a mia volta tanta passione. Le lingue intrecciate, sorridevo, felice. Non mi fregava di mia madre, ...
    ... mio padre. Ero con Frederick, mi avrebbe protetto lui. Allungò una mano dietro di me, aprì la porta della cantina e mi ci lanciò dentro rimanendo incollato alle mie labbra. Si piegò sulle ginocchia, cinse le mie natiche con le mani e mi alzò prendendomi in braccio su di lui. Mi avvinghiai a lui con le gambe, continuando a leccare e succhiare le sue carnose labbra. Quando mi lasciavo andare ad un gemito, alzando gli occhi al cielo, mi divorava il collo. Mi spinse al fondo del corridoio, sbattendomi ancora una volta al muro. Allungò una mano nel pantalone elasticizzato, slacciò il suo pantalone e tirò fuori il cazzo. "Ti prego salici sopra in silenzio, non soffrire.. Infilati e fammi godere, ti voglio mio.." annuii con un sorriso, in silenzio. Così, mentre cominciò a rallentare la foga del nostro bacio, indirizzò il cazzo verso le mie gambe, aperte, col culo in vista. Lo puntò mentre mi faceva cenno di star zitto, mi tappò la bocca e chiuse gli occhi "Shh zitto zitto" mi sussurrò. Puntò la cappella e a secco la fece entrare, trafiggendomi. Il dolore era quasi inesistente per la foga del momento, godevo come un pazzo mentre le sue mani mi controllavano. "Zitto, zitto... fammi godere... voglio venirti dentro" e zitto rimanevo, anche se gemevo a mugulii che lui mi permetteva. Il suo ritmo cominciò a rallentare, Lui mi alzò dal muro, mi tenne dritto e appoggiò le sue spalle al muro dietro di sé. Tenendomi dritto, spinse tutto il cazzo dentro e cominciò ad inondarmi il culo. Teneva ...
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