La necessità e il desiderio...martin
Data: 01/10/2017,
Categorie:
Etero
Autore: 4occhi, Fonte: Annunci69
... strane, facevano sesso.
Lui appariva e spariva come sempre.
Era decisamente imbarazzante, perché lui era invisibile alla gente ma lei no.
Come quella volta che lui la prese da dietro appoggiata, sedere al vento, al bagagliaio della macchina, le sfilò i pantaloni, tutto e senza darle tempo di replicare la baciò, infilando la sua faccia direttamente nella fica, senza vergogna come se fosse casa e cosa sua.
Ed era bravo, la sua lingua la leccava senza tregua, si infilava ovunque, come poteva opporsi a tale magnificenza! Si lasciava andare e godeva di quegli attacchi. Per fortuna erano in un parcheggio privato e non c’era nessuno in giro.
Dietro la siepe di lauro, lui sotto e lei su a cavalcarlo. Sul terrazzo mentre lei sistemava la centralina di irrigazione, lui la prendeva da dietro. Sulla panca ottocentesca nel giardino storico di una villa antica, lei seduta su di lui dandogli le spalle, lui la abbracciava e le mordicchiava la schiena.
Sveltine quando non si poteva fare altrimenti durante il giorno, ore di preliminari a letto a casa, addormentandosi alla fine, spossata senza risorse.
Passavano i mesi e tutto filava liscio, era diventato il suo amante. Le sue amiche videro la differenza e le chiesero, tormentandola, chi fosse il fortunato ma lei non sapeva cosa dire : che si scopava un sogno?
Fu dopo una di queste occasioni che lei si fermò , di rientro a piedi , sulla Darsena.
Si fermò sul limite dell’acqua a guardare delle papere coi loro piccoli ...
... scivolare sui riflessi dei palazzi adiacenti e lì si sentì incredibilmente, inesorabilmente, sola.
Sola, sola…questa parola le riempiva la mente. Che cavolo stava facendo?
Da quando se la raccontava senza confrontarsi con la realtà?
L’effetto doccia fredda arrivò implacabile e di colpo si svegliò, si guardò intorno come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno.
Sbatté le ciglia e si riappropriò della sua esistenza, ora la vedeva con altri occhi.
Come aveva potuto staccarsi in quella maniera, crearsi un’altra vita?
Corse a casa. Entrata lo vide seduto sul letto, con la divisa sbottonata, i capelli sempre in ordine erano arruffati e la sua espressione triste. “Martin…”,
“Nicht meine liebe Sorgen…non ti preoccupare, ho capito. Ma sono triste”.
Lui sapeva sempre cosa le passasse per la testa, le leggeva dentro.
La sua pronuncia con la cadenza tedesca di solito la faceva sempre ridere, in quel momento la straziava.
Si accostarono e si abbracciarono stretti, sapevano che era l’ultimo contatto che avrebbero avuto.
I volti si avvicinarono, si sfioravano, naso a naso, labbra a labbra e un bacio era inevitabile, essenziale.
Fu come bere da una sorgente: fresco, umido ed emozionante, durò un tempo interminabile…poi nulla.
Si ritrovò in camera da sola, con le labbra gonfie e la voglia di amare addosso.
Riprese la sua vita col suo lavoro solitario, i suoi libri gialli, le sue amiche.
Un pomeriggio che era all’Expo con loro, girando per il ...