Gemma
Data: 01/10/2017,
Categorie:
Etero
Autore: fulgenzio, Fonte: RaccontiMilu
GemmaCapitolo IUna domenica d�ottobre, uggiosa come può esserlo una giornata autunnale; poca voglia d�uscire, poca voglia di lavorare . Optai per una breve ricognizione dei nuovi libri, acquistati e mai letti, tutt�al più sfogliati senza reale interesse. Fu così che ritrovai, tra le pagine d�un vecchio testo, un biglietto da visita,intestato all�Ing. Massimo Martini, con una nota, vergata da una grafia minuta ed elegante, che ringraziava dell�invito al ballo, per il 15 dicembre del 1936, la contessa S.. e assicurava la partecipazione propria e del marito. Il tutto firmato Gemma. Era un libro di latino: la lezione di Lipsia delle Odi di Orazio, edita da Teubner e commentata , nella lingua di Vergilio. Un testo da specialisti o da appassionati, perché si trattava della lectio ufficiale da parte della più importante scuola tedesca in fatto di letteratura romana. Quel nome, così inusuale al giorno d�oggi, m�incuriosì subito, tant�è che pensai di saperne di più sulla persona cui era appartenuto, che, quasi certamente, era defunta già da qualche anno. La cosa non si presentava facile: il libro mi era stato donato da un amico assai più anziano di me che si dedicava alla ricerca di testi classici, frequentando biblioteche, librerie e mercatini dell�usato, presenti in tutte le città. Decisi,perciò, di consultarlo, per vedere se potesse sapere qualcosa al riguardo o se avesse egli stesso,conosciuto la persona in questione. Saverio Solimene, è questo il nome dell�amico, ...
... è un attempato professore di lettere classiche, studioso di Vergilio e di Orazio amante oltre misura della poesia di Ovidio cui riconosce un particolare fascino, che trova il tempo, tra una ricerca e l�altra, d�occuparsi d�araldica, di sfregistica, oltre che del suono del pianoforte al quale dedica qualche ora ogni giorno. Mi rispose molto distrattamente, come al solito, dicendosi indisponibile al momento per le mie domande, dovendo ultimare la traduzione in versi dell�ars amandi, ultima fatica intrapresa. Saverio Solimene aveva insegnato in gioventù, nei migliori licei della città ,con evidente successo, a giudicare dal vasto seguito di allievi che venivano a far visita al vecchio professore, tra cui la percentuale preponderante era rappresentata dal gentil sesso.Innegabilmente Saverio è quello che si definisce un bell�uomo e pare che ai suoi tempi abbia fatto girare più di una testolina senza,però, trovare mai l�anima gemella. Mi recai, pertanto, alla sua abitazione, una villa gentilizia poco fuori città, circondata da un bel giardino al momento un tantino incolto,che, come le mura della magione, doveva aver conosciuto stagioni migliori.Del resto, Saverio aveva ereditato villa e poderi annessi, da uno zio paterno, vecchio scapolo anch�egli che fu l�ultimo a fregiarsi del titolo di conte, senza possedere più l�enorme fortuna dei Solimene, dilapidata nel giro di due generazioni da giocatori incalliti e gaudenti sconsiderati. Egli tirava avanti con la modesta pensione ...