1. Lisa cap.i


    Data: 03/12/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Ale_Bolzo

    ... “Oh stasera sei silenzioso, stai pensando a qualcuno?"
    
    Francesco intervenì prontamente: “Si sta pensando a Valentina, la nostra compagnia di classe, si piacciono. Solo che nessuno dei due ha coraggio per iniziare una storia”
    
    io ribattei: “Ma va, non è vero, è solo che… Boh… non sono convinto”
    
    Mentre stavo per mettermi in bocca l’ultima fetta di pizza, Lisa ricomincio con quel suo maledetto piede, stavolta era proprio sul mio cazzo. Il pezzo che stavo mangiando addirittura mi scivolò dalla bocca. Il movimento che fece con quel piede era unico, il mio cazzo era gonfio come un pallone e duro come l’acciaio.
    
    Chiusi ancora una volta gli occhi assaporando quel momento, si strusciava con maestria, facendo su e giù, avanti e dietro con estrema fluidità.
    
    Io mi toccai la fronte, in preda all’eccitazione più totale.
    
    Mia madre mi guardo e mi disse: ”Stai bene?”
    
    “Si mamma sto bene, ho un pò di mal di testa”
    
    Lisa però, da donna esperta quando mia mamma fece la domanda non si mosse, fermò il movimento del piede, che continuava a sostare lì, sulla mia patta, il puttanone muoveva solo le dita, giusto per tartassarmi.
    
    Francesco ruppe il silenzio creatosi e mi disse: “Domani a che ora ci troviamo sotto casa?”
    
    Io non potei fare movimenti, ma avrei sperato tanto che Lisa ricominciasse il suo lavoro.
    
    “Fra, non so, 8,10 come al solito?”
    
    Quella stronza invece non faceva più nessun movimento, per quanto io la bramassi, lei non faceva nulla, eri li ferma, ...
    ... aveva anche smesso di muovere le dita.
    
    Ma non era finita… Lisa rimise il piede nella scarpa, e aspetto una decina di minuti, dando il tempo al mio arnese di smaltire l’eccitazione e di sgonfiarsi, per poi ricominciare con quel languido avanti indietro della sua pianta.
    
    Mi stava facendo morire. Non vedevo l’ora che quella cena finisse. Si stava tramutando in un incubo. Volevo sborrare. Togliermi il Jeans che mi davano fastidio. L’erezione sbatteva contro la stoffa dei jeans.
    
    Non potevo, anzi non volevo andare in bagno. Ciò avrebbe significato la fine delle dolci torture e io sotto sotto non volevo che smettesse.
    
    Continuò cosi per mezz’ora. Era una tortura. Quei movimenti serpeggianti tartassavano dolcemente la mia asta, non voleva smettere, ma nello stesso tempo i movimenti non acingevano a diventare più veloci, in modo tale da poter esplodere nei jeans tutta la mia eccitazione.
    
    Alla fine della Cena, ero a pezzi, mi faceva male il cazzo e le palle, volevo solo tornare a casa.
    
    Quando ci alzammo per andare, io mi misi la sciarpa e tardai un attimo. Lisa mi aspettò e mi disse: “Adesso so già cosa farai a casa. Mi raccomando”
    
    Io non proferii parola. Ancora lei mi disse: “Se messo meglio di quanto credessi, ho sentito la tua consistenza… Da te non me lo sarei mai aspettato”
    
    Io la guardai e lei mi sorrise: “Vedremo cosa fare, se dire tutto a tua madre e tua padre o meno, pervertito feticista, non so cosa mi sia preso stasera… Ti mando dallo psicologo se dici ...