L'alibi perfetto
Data: 03/12/2018,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: iprimipassi
Il cuore iniziò rapidamente ad accelerare i battiti quando vide Stefano poggiato di schiena al portone del palazzo nel quale abitava. Lui, però, non la notò subito, intento ad armeggiare col suo smartphone. Fu solo dopo qualche secondo che l�inatteso ospite alzò gli occhi per incrociare quelli della donna.Continuò a guardarla seguendo i suoi movimenti, passo dopo passo, senza muovere un muscolo. Ammirò i lunghi capelli corvini accarezzarle le spalle, lasciate nude da una canotta che stentava a coprire un seno sodo e abbondante. Una figura snella e due gambe lunghe e agili fasciate da jeans attillati completavano la figura di una donna decisamente attraente, che probabilmente aveva superato da qualche anno la quarantina, ma continuava a dimostrare un�età di parecchio inferiore a quella reale. Per rivolgerle la parola, aspettò che lei gli fosse accanto.�Buongiorno Francesca�, disse, tenendo sempre gli occhi fissi nei suoi.�Ciao�, replicò lei, con un sospiro irritato e rassegnato mentre cercava le chiavi nella borsa.�Posso salire?�.�Ho scelta, forse?�.�C�è sempre una scelta�.Francesca aprì il portone, rivolgendo all�ennesimo aguzzino un sorriso amaro, seguito da un cenno della mano, per indicargli di precederla.Non si dissero altro per lunghi, imbarazzanti minuti. Neppure durante il tragitto in ascensore.Lei teneva gli occhi bassi. Quel giovane uomo la inquietava più di tutti gli altri. Non aveva saltato un solo incontro, era sempre stato presente, a scrutarla, a studiarla ...
... quasi come fosse una cavia da laboratorio. Eppure, era stato l�unico a non averle mai messo un solo dito addosso, a non aver mai approfittato di lei mentre veniva umiliata e usata nei modi più perversi e impensabili. Se ne stava in un angolo, guardando il tutto con apparente distacco. Non agiva, non parlava. Salutava con gelida cortesia all�arrivo e al momento di andarsene. Per il resto, era poco più che un fantasma.Solo quando furono nell�appartamento e la padrona di casa richiuse la porta, il suo ospite prese nuovamente ad alimentare il discorso.�Che giornata� fa un tale caldo oggi!�, disse, prendendo posto sul confortevole divano in ecopelle bianca addossato a una parete dell�ingresso-salone.Francesca quasi lanciò sul tavolo le chiavi e la borsa, rispondendo con un tono rabbioso. �Falla finita con queste cazzate! Cosa vuoi da me, scoparmi? Allora forza, sbrigati, fai quello che devi fare e lasciami in pace! Lasciatemi in pace tutti!�.�Vieni qui. Voglio solo parlare con te, per adesso�, rispose lui, senza scomporsi.�Cosa c�è�, replicò la donna, avvicinandosi, ancora col volto paonazzo.�Mi interessa conoscere la vera Francesca�, disse, fissandola nuovamente negli occhi.�Vuoi conoscere la vera me? Davvero? Te lo dico io chi è la vera me, brutto pezzo di merda. La vera me era la Francesca serena e felice di un mese fa. Prima che quello stronzo di mio nipote trovasse le mie foto. Prima che decidesse di approfittare della situazione. Prima che coinvolgesse te e quegli altri bastardi ...