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Data: 04/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Masternero
... morire in quel momento e sapeva di piacere all’uomo fuori da quello spogliatoio. Così, quasi in trance, cominciò a spogliarsi. Si tolse il golf scuro e iniziò a sbottonarsi la camicetta bianca con gesti lenti ma decisi. Per qualche minuto decise di non guardare nulla se non la punta dei suoi piedi. Temeva di imbarazzarsi, di diventare rossa e di fermarsi laddove, invece, non avrebbe voluto.
Rimase un attimo ferma e poi continuò, convinta che era quello che avrebbe voluto il ragazzo là fuori e, in fondo, anche lei. Con un sorriso straordinariamente malizioso si tolse la camicetta e l'appese nel camerino. Era rimasta in reggiseno: un reggiseno bianco, di pizzo, che faceva risaltare il suo bellissimo seno. Ora si guardò allo specchio, evitando di mettere a fuoco quello cha accadeva oltre lo spiraglio della tenda. Tuttavia vide che la sagoma del ragazzo era ancora lì, immobile, a intravederla più che a guardarla. Mise entrambe le braccia dietro la schiena e con un colpo deciso aprì il gancetto del reggiseno. Lo fece sfilare dalle braccia e sentì un caldo pazzesco su tutto il corpo. Erano gli occhi dello sconosciuto là fuori che, in silenzio, osservava la bellezza di quel corpo curato, bianco e bellissimo.
In quel momento si sentiva nuda, indifesa ma anche straordinariamente eccitata. Si girò di qualche grado a destra apposta, in modo che lo lui potesse intravedere meglio il suo seno. Dio come avrebbe voluto che entrasse, che la sfiorasse, che la toccasse, che ...
... l'abbracciasse.
Poi si distolse da quei pensieri che la imbarazzavano e fece scorrere all'ingiù la lampo dei suoi jeans. Si abbassò i pantaloni, si tolse le scarpe e li sfilò. Portava degli slip bianchi dello stesso modello del reggiseno. Le sembrò di sentire il battito del cuore dell'uomo ma, forse, era il suo che faceva un baccano tremendo.
Rimase ferma dieci interminabili secondi guardandosi allo specchio. Questa volta mise a fuoco oltre a sé e, attraverso lo specchio, cercò di infilare lo sguardo nello spiraglio della tenda semichiusa. Finalmente incrociò lo sguardo del ragazzo: due occhi verdi, grandi, chiari, rassicuranti. I due si sorrisero. Poi lei si mosse: si infilò l'abito nero e si sistemò. La scollatura di quel vestito era perfetta: si vide elegantissima. Si girò per vedere come le stava sul dietro e, anche in quel caso, l'abito sembrava fatto su misura. Sì, l'avrebbe comprato. Ma i suoi pensieri erano rivolti solo allo sconosciuto cui s'era mostrata.
A un tratto, nel camerino, irruppe la voce calda ed erotica del ragazzo: "Ti sta benissimo...".
Silenzio. Valeria si morse il labbro inferiore... che voce sensuale... Il suo grazie le rimase in gola anche se avrebbe voluto aprire del tutto la tenda e dirgli qualcosa, conoscerlo meglio, sfiorarlo. Anche solo una stretta di mano.
A un tratto vide che l'uomo si avvicinò al camerino, mise la mano tra la fessura della tenda e fece cadere all'interno un piccolo biglietto, ripiegato in quattro. Si piegò sulle ginocchia, ...