1. Un paio di scarpe nuove (parte i)


    Data: 07/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: lickslave, Fonte: Annunci69

    Lasciatemi raccontarvi come ho scoperto la mia forte attrazione per i piedi maschili e per la schiavitù in generale.
    
    Avevo 15 anni, nella mia classe c'era un ragazzino molto carino (che ora, dopo 13 anni, è un figo da paura): non moto alto ma con un viso meraviglioso e un corpo tonificato e delineato dai tanti sport praticati. Era il classico galletto a cui piaceva prendere in giro tutti, fare scherzi più o meno pesanti e sentirsi sempre al centro dell'attenzione. Ma non era uno scapestrato, anzi, era abbastanza diligente a scuola e il suo profitto era sempre discreto.
    
    I nostri genitori erano e sono tuttora amici, per cui io lo conoscevo già da prima che andassimo in classe insieme e già da prima si può dire che eravamo amici. Nonostante la nostra differenza di carattere (io molto più chiuso ed introverso, anche se non uno sfigato secchione) eravamo sempre stati in ottimi rapporti e lo stare in classe insieme non fece che accrescere e rafforzare la nostra amicizia e complicità.
    
    Fin dai primi giorni di scuola cominciammo a studiare insieme, a turno, un giorno a casa mia e un giorno a casa sua, e quindi a passare pomeriggi interi insieme, tra compiti, videogames e discorsi tra "uomini"! Lui vestiva sempre in modo molto sportivo: jeans e felpa o tuta, scarpe sportive...non so perché ma le sue scarpe sportive e il modo che aveva lui di portarle, sempre un po' slacciate, mai perfettamente chiuse e con una punta di calzino sempre visibile all'altezza della caviglia, mi ...
    ... provocavano delle reazioni strane, ero costantemente attratto da quelle sue estremità e non facevo che guardarle. Avevo notato, sia a scuola che a casa, che gli piaceva molto giocherellare con i piedi e le scarpe: quando aveva scarpe sottili potevo vedere che le dita dei suoi piedi erano sempre in movimento, sempre a sfregarsi l'una contro l'altra, a spingere contro le scarpe, quasi a volersi liberare dalla costrizione della calzatura e ricercare una costante sensazione di rilassamento. Quando invece portava modelli di scarpe più massicci, sempre basse, potevo vedere che faceva continuamente uscire e rientrare il tallone, a volte semplicemente premendo la punta del piede sul pavimento e lasciando scivolare la parte posteriore della scarpa, altre volte togliendosi parzialmente la scarpa usando la punta dell'altro piede...in un gesto che per me era terribilmente sexy. Vedere quel calzino, bianco, nero o grigio che fosse, sempre perfetto e pulito, senza traccia alcuna di usura o di sporcizia, accresceva in me l'idea di perfezione che partiva dalla bellissima forma che le sue scarpe davano ai suoi piedi e alle sue gambe, in ultima analisi, a tutto il suo corpo; sia a scuola che a casa, ogni scusa era buona per me per abbassare la testa sotto il banco o sotto la scrivania (una penna caduta "accidentalmente", un libro da prendere dallo zaino...) e dare un'occhiata veloce a quei piedi, anzi, a quelle scarpe, dato che i suoi piedi non li avevo mai visti; non c'era mai stata, infatti, ...
«1234...»