E finÌ il tempo di giocare con le bambole
Data: 11/12/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Mirosa
... fummo sorprese, poiché mamma e zia ci avevano già preparato al naturale evento ciclico. Era successo una domenica d’inverno durante un pomeriggio in cui i papà erano andati allo stadio e Ada ed io, bighellonando annoiate per casa, avevamo sentito degli strani rumori ed eravamo entrate, nella stanza da letto dei miei genitori, dove zia stava saziandosi della fica di mamma la quale, con gli occhi stravolti e la bocca spalancata, quasi c’implorò con un gesto, di non intervenire in alcun modo e quasi istantaneamente, inarcò le reni e premendosi la faccia di zia sul sesso e dandole violenti contraccolpi, emise un gemito prolungato. Ada ed io assistemmo affascinate al loro amplesso, poi mamma giacque esausta, mentre zia, scarmigliata e ansante, con la bocca fradicia e vischiosa, ci sorrise rassicurante e dopo che il loro respiro affannoso si regolarizzò, sedettero entrambe con la schiena contro la spalliera del letto: “A quanto pare è giunto il momento di darvi spiegazioni. Noi due siamo bisex e i vostri padri lo sanno e non se ne dispiacciono, perciò la tranquillità delle nostre famiglie è assicurata.
- rise zia che era insegnante, poi proseguì - ora è il momento di passare alla didattica sessuale.” C’indicò la sua fica pelosa da dove spuntava una cordicella, che tirò facendo uscire un cilindretto imbrattato di scorie rossicce, che chiamò “Tampax” e ci spiegò che serviva per tamponare il flusso mestruale, precisando che quando avremmo avuto pure noi il ciclo, inizialmente non ...
... avremmo potuto usarlo essendo vergini – almeno spero – celiò, ma avremmo dovuto mettere degli assorbenti, che a tempo debito ci avrebbero procurato. Le spiegazioni finirono e mamma tra lo scherzoso e il serio ci disse:”Adesso però sparite, che devo restituire a zia il favore che mi ha appena fatto.” Tengo a precisare che fu quella l’unica volta che si fecero volontariamente vedere far sesso fra di loro, e quando capitò di farlo: mamma con Ada e zia con me, mia cugina ed io eravamo già al terzo anno delle superiori. Tornando a quella domenica pomeriggio noi due ragazzine undicenni, andammo nella mia cameretta e ci leccammo a lungo le fichette, provando un sottile piacere, poca roba in confronto ai veri orgasmi che scoprimmo e ricercammo assiduamente nel corso dell’estate che sarebbe sopragiunta di lì a cinque mesi; infatti, non era ancora finito l’anno scolastico, che a breve distanza l’una dall’altra, Ada ed io entrammo nella categoria delle femmine fertili.
Clelia di anni ne aveva quattordici, era orfana di madre e insieme alle sue sorelle di sedici e diciassette, portavano avanti l’attività del padre, un piccolo caseificio, dove vendevano latticini prodotti col latte munto dai loro stessi animali. La mattina che noi, inseparabili cugine, entrammo nella stalla per comprare il latte, per la prima volta non si limitò al solito ciao di convenienza, ma ci chiese ridendo se le nostre patatine ricevevano una volta il mese la visita di quel nobile signore, capimmo che si riferiva ...