Licia
Data: 13/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Felix3
... donna”… perché mi ha detto questa cosa?), di sue opinioni per niente banali.La mattina si alza prima di me. Mi sveglio quando sento dei rumori in bagno. Giusto il tempo di schiarirmi la mente e ricordarmi che c’è un’ospite in casa, e sento lo scroscio d’acqua nella doccia. La notte è stata agitata, la sera precedente ho fatto fatica ad addormentarmi. Mi alzo di scatto senza pensare né riflettere, vado verso il bagno, accosto l’occhio alla toppa della serratura... Ma che cazzo sto facendo! Torno in camera mia, mi sfilo il pigiama e metto mutande e pantaloni che fatico ad allacciare, causa erezione. Quando sento che esce dal bagno, mi ci infilo io. Mi rispoglio e mi butto sotto la doccia. Quando esco lavato, sbarbato e più tranquillo, lei sta già uscendo di casa. Ci salutiamo velocemente.Rientro la sera dopo il lavoro, non so se lei è già in casa. Per tutto il giorno il suo ricordo mi ha tormentato. Le sue gambe nude, la curva appena intravista delle sue natiche, la sua voce da ragazza e con una nota appena accennata bassa, roca e sensuale. Entro in casa, mi guardo in giro. La porta della sua camera è accostata. Mi avvicino lentamente e in silenzio. Faccio girare la porta sui cardini: lei è stesa sul letto, sdraiata su un fianco, scalza e vestita. Apre gli occhi e mi sorride con espressione assonnata.“Ciao”, dice. La sua voce, forse per il sonno, è più calda e bassa e dannatamente sexy di quanto ricordassi. Dalla scollatura si vede distintamente un seno. Sono a disagio, il ...
... respiro mi si fa corto. “Ciao”, riesco a dire alla fine. Continua a sorridere, si mette a sedere sul letto, poi si alza. “Perché mi guardi così?”, chiede col suo nuovo tono di voce. Non so cosa dire: “Così come?”. Sorride ancora. “Mmmh, così...”. “Ti piaccio?”, chiede poi, piroettando su se stessa. “Be’ sì… naturalmente Licia... che...”. “L’esame è andato bene”, dice. “Festeggiamo! Ti va?”. Non aspetta la risposta.Si sfila i pantaloni neri aderenti dandomi le spalle. Lentamente. Molto lentamente. Appare il bordo di pizzo marroncino delle mutandine. I pantaloni vengono sfilati ulteriormente. Un triangolino di pizzo, molto piccolo. Ne seguo il bordo con lo sguardo, mentre il tessuto si infila tra le chiappe rotonde, sode. Il respiro mi si accorcia; qualcos’altro si allunga.Adesso i pantaloni non ci sono più, lei è piegata in avanti per sfilarli dai piedi. Dal pizzo chiaro spuntano le grandi labbra, intravedo (o lo immagino?!) il buco del culetto, l’uccello mi sta esplodendo nella patta.Si gira verso di me. Ora ha un’espressione più seria. Si passa la lingua sulle labbra, poi si sfila la maglietta. Ha un reggiseno di pizzo beige, più chiaro delle mutandine; i capezzoli sono scuri, piccoli ed eretti. “Come mi preferisci? Timida e da conquistare,” dice mentre si copre con un avambraccio il seno e con l’altra mano il pube, “allegra e sfrontata,” e si toglie velocemente reggiseno e mutandine fissandomi negli occhi e ridendo, “oppure molto, molto, molto porca?”, dice infine socchiudendo ...