Viaggio di lavoro con sorpresa (prima parte)
Data: 13/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: coppia6164
“Allora… domattina parti presto. Alle 7 devi essere in stazione. Questi sono i biglietti del treno e questo il voucher per l'hotel... ah! Mi raccomando giacca e cravatta perché ci saranno i responsabili aziendali del nostro più importante cliente e dovrai partecipare a parecchi incontri di alto livello. Buon lavoro”.
Il Capo era fatto così. Poche parole ... diceva le cose sempre all'ultimo minuto. Dopo parecchi anni lo conoscevo bene.
“Certo, ho preparato tutto per bene. Sono pronto e tra poco esco ... c'è altro che deve dirmi?” Gli chiesi mentre stavo inserendo il mio notebook nella borsa in pelle.
“Ah sì, in stazione incontrerai un collega della filiale di Milano, un tecnico: gli ho fatto una tua descrizione accurata e gli ho mandato una tua foto quindi ti riconoscerà lui e lo incontrerai al binario”.
Uscii dall’ufficio un’ora prima dell’orario consueto, e mentre passeggiavo per le strade per me insolitamente ancora trafficate e brulicanti di persone, mi chiedevo chissà quale descrizione avesse dato di me il capo al collega, dato che dubitavo avesse una grande stima del sottoscritto. Anzi, non aveva stima di nessuno in azienda. Camminando rimuginavo me e me: “già mi tocca sta gran rottura di scatole di queste riunioni dove tu fai tutto il lavoro e dopo arriva qualche bellimbusto che si piglia tutto il merito, e per giunta mi devo pure portare anche un tecnico che mi faccia da balia e per giunta non conosco.
Almeno mi avesse mandato il mio amico Renzo, ...
... almeno dopo la sera ce la saremmo spassata un po’ in qualche locale
Giunto a casa, il tempo di una pizza surgelata, preparai le valige e me ne andai a letto, cercando di dormire, anche se l’ansia di questa impegnativa trasferta mi attanagliava.
L'indomani mattina, sul binario di partenza del treno cercavo vanamente di individuare tra i passeggeri il fantomatico collega che doveva raggiungermi per accompagnarmi dal cliente: ma niente, c’era solo il solito trambusto di una stazione ... studenti, pendolari e un militare che salutava la fidanzata.
Giunta l’ora di partire, e mentre mi apprestavo a salire sul treno sentìi però una voce che mi chiamava ripetutamente dal fondo del binario. E grande fu la sorpresa quando vidi che “il collega” era una bella ragazza in tailleur nero, con una gran massa di capelli ricci e una valigia quasi più grande di lei.
“Ehi!! Fermati!! Non partirai senza di me!!” mi urlava trafelata
“Fossi scemo” le dissi con un sorriso ironico.
Nello scompartimento dove trovammo posto l’aiutai a sistemare il bagaglio quindi ci presentammo.
“Ciao, tu sei Maurizio vero?” “Piacere, io sono Alessandra.. ma tutti mi chiamano Ale. “
Era talmente distratto da quel seno generoso, a stento trattenuto dalla camicetta di raso bianco, che segnava con una morbida curva le forme sottostanti, che faticavo ad ascoltare le parole della ragazza.
“Scusa???!!.. mi stai ascoltando??” “Come? Ah sì certo ... scusa ... ehm ...ma .. mi avevano parlato di un collega, ...